Maschio e sui 37 anni, è l’identikit dei pazienti statisticamente più colpiti dal vaiolo delle scimmie.
Questi i dati emersi dopo aver analizzato i primi 255 pazienti confermati di vaiolo delle scimmie osservati in Italia. I dati risalgono a inizio maggio fino all’8 luglio. Il 95% (190 su 200) dei pazienti maschi che hanno fornito l’informazione dichiara di aver avuto rapporti sessuali con altri uomini. L’età media dei pazienti è di 37 anni. Venticinque di loro riportano di essere stati recentemente alle isole Canarie, dove si ipotizza sia avvenuto un evento che ha amplificato la trasmissione epidemica.
I dati sono reperibili grazie all’anticipazione di uno studio, pubblicato sulla rivista ‘Emerging infectious diseases’, al quale hanno contribuito ricercatori della Fondazione Bruno Kessler, del ministero della Salute, dell’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma e delle autorità sanitarie regionali.
Cosa è il monkeypox
Il vaiolo delle scimmie (monkeypox) è un’infezione virale zoonotica, trasmessa quindi dagli animali all’uomo. E’ causata dal monkeypox virus appartenente alla famiglia Poxviridae (la stessa del vaiolo). Il nome deriva dal fatto che l’infezione viene identificata per la prima volta nelle scimmie nel 1958, mentre il primo caso nell’uomo risale al 1970. E’ endemico (ovvero stabilmente presente nella popolazione) nelle regioni della foresta pluviale tropicale dell’Africa centrale e occidentale.
Il primo focolaio al di fuori dell’Africa risale al 2003 negli Stati Uniti, era un focolaio legato a un’importazione di mammiferi infetti. Dal 2018 al 2021 sono riportati al di fuori dell’Africa 12 casi di vaiolo delle scimmie associati a viaggi. Nel 2022, per la prima volta, sono segnalati negli Stati membri dell’Unione Europea e nel mondo (in paesi non endemici) molti focolai non riconducibili ai viaggi o all’importazione di mammiferi. l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato il vaiolo delle scimmie un’emergenza di salute pubblica internazionale e sta collaborando con le autorità sanitarie dei diversi Paesi per prevenire un’ulteriore diffusione dell’infezione.