Il racconto del giornalista presente al Festival di Venezia sui due film trasmessi giovedì
Il giornalista Michele Anselmi ha recensito in questo podcast i due film trasmessi giovedì 1 settembre al Festival di Venezia. I film in questione sono Bardo (o falsa crónica de unas cuantas verdades) di Alejandro G. Iñárritu e Tár di Todd Field con Cate Blanchett. Solo due film ma impegnativi, molto lunghi: uno da tre ore e l’altro di due ore e trenta minuti.
Trama e anteprima della recensione
Il primo film presentato al Festival di Venezia è l’atteso ritorno del famoso regista messicano Iñárritu, con Bardo. Il regista compie un’operazione curiosa: si parla di una storia messicana, con un famoso giornalista che vive negli USA e torna a casa, nel suo Messico, per ricevere un premio. Un immagine cruda, in partenza onirica, per film fantasioso di grande impatto visivo.
Tra sogno e incubo è presente l’intimità di questo uomo che non si riconosce più e cosa non sa cosa lo aspetta nel futuro. Al protagonista si affollano ricordi infantili e le rimembranze delle efferatezze messicane. Un film che, insomma, non lascia indifferente lo spettatore.
Questo film rappresenta per il regista Iñárritu ciò che Otto e Mezzo fu per Fellini, ovvero comprime suggestioni, stili, registri per raccontare se stesso, attraverso la storia contraddittoria del Messico.
Più interessante per lo spettatore medio il secondo film trasmesso al Festival di Venezia, Tár di Todd Field con la famosa attrice Cate Blanchett. La pellicola parla di una donna direttore d’orchestra che da una situazione di potere, vede cadere la propria vita in una crisi. Una crisi non solo professionale, ma anche umana e sentimentale. Il regista gioca appunto con il ruolo della protagonista e cerca di raccontare una donna fredda e fascinosa, che però perde il punto di vista della misura. Essa infatti finisce per usare il proprio potere per distruggere persone a lei care.