Se passerà questa proposta per diminuire l’illuminazione niente ora solare da fine ottobre a fine marzo
L’ora legale è la convenzione di spostare avanti di un’ora le lancette degli orologi di uno Stato per sfruttare meglio l’irradiazione del sole durante il periodo estivo. Avendo più luce solare nel tardo pomeriggio, rinunciando a un po’ di luce al mattino presto, c’è un risparmio in termini di energia elettrica. In Italia, come in altri Paesi dell’Unione europea, l’ora legale ha inizio l’ultima domenica di marzo e finisce l’ultima domenica di ottobre.
Di una possibile abolizione del cambio dell’ora si discute da anni, ma l’Italia finora si è mostrata restia nel voler modificare questa consuetudine che dura ormai da 56 anni (nel nostro Paese l’ora legale è stata introdotta nel 1966). Con il caro bollette però il tema è tornato d’attualità.
Spostare in avanti di un’ora le lancette degli orologi significa ritardare l’utilizzo della luce artificiale nei periodi in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento. I mesi che segnano il maggior risparmio energetico sono aprile e ottobre, mentre i risparmi sono più contenuti nei mesi estivi, quando la maggior parte degli uffici sono chiusi
La proposta
Per contrastare il caro-energia la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) chiede di istituire l’ora legale tutto l’anno, abbandonando l’obsoleto passaggio ora legale/ora solare.
“La politica discute di razionamenti del gas alle imprese, sabato in DAD per le scuole e riduzione della durata dei riscaldamenti dal prossimo autunno, ma dimentica che già dal 2018 il Parlamento Europeo ha approvato con l‘84% dei voti favorevoli l’abolizione dell’obbligo del cambio di orario due volte l’anno, lasciando di fatto liberi i vari Stati di scegliere se optare per l’ora solare o legale – spiega il presidente SIMA, Alessandro Miani – Il passaggio permanente all’ora legale consentirebbe di guadagnare un’ora di luce e calore solare ogni giorno e, considerati gli attuali prezzi del gas, determinerebbe nel nostro paese risparmi sui consumi di energia stimabili in circa 1 miliardo di euro solo nel primo biennio”.