A Seneghe tributo a Franco Loi, il poeta geovese scomparso nel 2021 alla soglia del novantunesimo anno di età.
Franco Loi, di origini sarde, era amico e cittadino onorario del borgo del Montiferru. Il festival, giunto alla 18° edizione, gli ha riservato uno spazio con il toccante omaggio da parte di Davide Ferrari, poeta che scrive in dialetto pavese.
Grazie al cabudanne de sos poetas ha avuto l’occasione di mantenere una promessa fatta a Franco Loi, ovvero parlare dei suoi maestri. L’intenzione del poeta era infatti quella di scrivere insieme un libro dedicato a loro e a tutto ciò che gli avevano insegnato, ma il tempo è stato fatale. Il Festival è stato per il poeta un’occasione per rivivere vent’anni di amicizia, ricordi, immagini, voci e amore. Giulio Trasanna ed Eugenio Tomiolo sono personaggi straordinari che hanno significato molto per il poeta.
Raccontare le loro storie, il loro rapporto con Loi, far scorrere foto ingiallite dei momenti trascorsi insieme, assieme alle copertine delle loro opere, è stato il modo per provare a farli conoscere a un pubblico attento come quello di Seneghe. La preoccupazione maggiore di Franco Loi era far cadere nel dimenticatoio o far passare inosservati bravissimi artisti, ai più sconosciuti. Questo omaggio fatto proprio in Sardegna, a Seneghe, dove aveva tanti amici e dove gli è stata conferita la cittadinanza onoraria nel 2010, assume un significato speciale.
Tra gli ospiti più attesi del Cabudanne, il poeta e saggista fiorentino Silvio Ramat. Anche lui ha menzionato Franco Loi a margine della presentazione del suo “Le chiavi del giorno”, descrivendolo come il poeta che ha stimato di più negli ultimi anni.