L’UE secondo la bozza di un documento trapelato e riportato da Reuters, intende incrementare i propri obiettivi di lotta al riscaldamento globale indicati nell’ambito dell’Accordo di Parigi sul clima.
L’UE, terzo produttore mondiale di emissioni, si è impegnata a ridurre le proprie emissioni nette del 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, obiettivo che è già tra i più ambiziosi per le principali economie. I funzionari dell’UE sperano ora che sia possibile aumentare di qualche punto percentuale questo traguardo, per rendere ancora più sostenibile l’economia europea.
Tutto ciò ha anche un risvolto sulle attività produttive. Non è un caso che le principali aziende agricole e alimentari potrebbero perdere fino a un quarto del loro valore entro il 2030, se non si adatteranno alle nuove politiche governative e ai comportamenti dei consumatori legati al cambiamento climatico.
E’ quanto emerge da uno studio che ha esaminato come 40 grandi aziende potrebbero soffrire per l’imposizione da parte dei governi di tasse per le emissioni di carbonio o per la riduzione del consumo di carne da parte dei consumatori. Secondo lo studio il valore delle aziende si ridurrebbe in media di circa il 7% entro il 2030, pari a circa 150 miliardi di dollari.
Non solo l’Accordo di Parigi per l’Ue. Gli sforzi globali per ridurre le emissioni e contenere l’aumento delle temperature sono minacciati dalla mancanza di collaborazione tra i Paesi nel condividere e sviluppare nuove tecnologie in materia. E’ quanto dichiara l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) in un dossier. Il rapporto afferma che la collaborazione deve invece aumentare e formula 25 raccomandazioni cruciali, tra cui spicca l’aumento delle super reti elettriche transfrontaliere per sostenere lo scambio di energia a basse emissioni di carbonio, come l’energia eolica e solare.