Acchiappabulli, il progetto “BullyBuster” coinvolge ricercatori di quattro università del Sud Italia e delle sue isole, che formano quattro gruppi di ricerca, specializzati non solo in tecnologia e intelligenza artificiale, ma anche in diritto e psicologia.
I responsabili scientifici delle quattro unità sono i seguenti professori: Carlo Sansone (Federico II, capofila), Donatella Curtotti (Foggia), Donato Impedovo (Bari) e Gian Luca Marcialis (Cagliari).
I ricercatori, dopo aver ideato le app Acchiappabulli per smartphone e pc, hanno messo a punto l’osservazione di gruppi di soggetti da videocamere. Queste erano disposte in modo da non poter identificare i singoli, ma in una modalità in grado di fornire sufficienti informazioni per segnalare, in base a modelli comportamentali opportunamente codificati, degli eventi “anomali” come episodi di violenza o panico.
“Abbiamo implementato un sistema di rilevamento di artefatti video (“deep fake”) che i bulli potrebbero usare – spiega Marcialis – per molestare/minacciare la vittima copiandone il volto in filmati offensivi, a causa del proliferare di app per telefonini che, potenzialmente, lo permettono”.
Il progetto BullyBuster
Gli studiosi dell’Unità di biometria (Diee-Dipartimento ingegneria elettrica ed elettronica) fanno parte del gruppo di lavoro del progetto “BullyBuster” con le Università Napoli-Federico II (capofila), Foggia e Bari. Gli studiosi sono coordinati, rispettivamente da Carlo Sansone, Donatella Curtotti e Donato Impedovo.
Gli specialisti mostreranno anche diverse novità incentrate sulla sicurezza informatica.
Tra questi la contraffazione delle impronte digitali con le tecniche più recenti studiate in laboratorio, dall’ evidenziamento delle impronte lasciate sul cellulare ottenute con un semplice scatto fotografico, all’uso delle stampanti 3D per una più accurata riproduzione senza consenso dell’utente. Tra le novità anche un modello facciale tridimensionale in grado di riprodurre i dettagli della pelle delle persone ritratte.