Intervista al professore Gian Luca Marcialis del dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica
Intervista al professore Gian Luca Marcialis sui deepfake, tecnica per la sintesi dell’immagine umana, in occasione della Notte dei ricercatori.
Il professore Gian Luca Marcialis è fondatore e responsabile dell’Unità Biometria, che in occasione dell’evento, mostrerà come sia possibile arrivare a duplicare le impronte, il volto e la voce e diffonderle in rete per proporsi addirittura come una sorta di “avatar“.
“Con i deepfake parliamo di attacchi relativamente nuovi emessi a partire dal 2018 -commenta il professore Marcialis-, da quello che era nato da un semplice gioco per uso ludico, di puro intrattenimento. Inoltre si è scoperto che con le tecniche moderne di intelligenza artificiale, attraverso un numero adeguato di campioni, ovvero esempi di foto del volto di un’ eventuale “vittima”, è possibile copiarlo su un’altra scena facendogli fare quello che il “falsario” preferisce”.
“Possiamo dire che parliamo di una riproduzione dell’immagine umana che agisce come una “marionetta” -continua-, perchè ciò che fa non è dato dalla sua volontà. La cosa più grave è che non è una riproduzione originale, bensì digitale del soggetto che può apparire in foto o in video”.
L’Unità Biometria dimostrerà anche come sia possibile da una semplice fotografia ottenere una visione tridimensionale della propria faccia, creando il presupposto per un alter ego realistico addirittura riproducibile con materiale sintetico.
“Abbiamo sviluppato delle tecniche basate sulla stima della profondità di una caratteristica -conclude-, ad esempio la punta del naso rispetto alla posizione della guancia e dell’occhio. In base a questo metodo l’immagine passa da una struttura bidimensionale a una tridimensionale”.
Durante la manifestazione saranno impiegati computer portatili per visualizzare i software sviluppati dall’unità. Oltre al professor Marcialis, tra i partecipanti ricordiamo: Giulia Orrù, Sara Concas, Roberto Casula, Simone Maurizio La Cava e Marco Micheletto del dipartimento di Ingegneria elettrica ed eletronica dell’Università di Cagliari.