Cala il sipario sulla prima edizione del Festival delle Peschiere: sabato 1 ottobre la manifestazione vivrà la sua ultima giornata
L’appuntamento finale del Festival delle Peschiere nella Peschiera di Mar’e Pontis, nel territorio di Cabras (Or). Alle 17.30 si terrà la tavola rodonda “Cultura, una soluzione sostenibile” e alle 21 gran finale con il concerto della cantante maliana Oumou Sangaré.
Dopo Mistras, Oristano e Terralba, il Festival delle Peschiere – promosso da Legacoop Sardegna e Dromos Festival, in collaborazione con CRU Sardegna Unipol e Regione Sardegna – Strategia regionale Sviluppo Sostenibile, con il patrocinio dell’ASviS (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile) – sbarca nella Peschiera di Mar’e Pontis, nel territorio di Cabras (Or), per vivere la sua quarta e ultima giornata.
Sabato primo ottobre, la manifestazione pianterà le tende in quello che è un vero e proprio pezzo di storia della Sardegna, e in particolare di quella dei pescatori di Cabras. Primo appuntamento in agenda alle 17.30 con la tavola rotonda “Cultura, una soluzione sostenibile”, aperta dai saluti del sindaco di Cabras Andrea Abis e dall’introduzione a cura di Iose Moica (vice Presidente nazionale Culturmedia).
All’incontro, moderato da Massimo Mancini (direttore del Teatro di Sardegna), parteciperanno Andrea Biancareddu (assessore Pubblica Istruzione e Beni Culturali della Regione Autonoma della Sardegna), Paola Serrittu (Founder Landworks), Alessandra Gariboldi (presidente Fondazione Fitzcarraldo), Antonio Ricciu (responsabile CEAS Aristanis), Luisa Zedda (presidente Isforcoop), Carmelana Nuvoli (coordinatrice Sistema Bibliotecario dell’Anglona e Bassa valle del Coghinas) e Vincenzo Santoro (responsabile nazionale ANCI Cultura) con le conclusioni a cura di Pierluigi Stefanini (presidente ASVIS).
Dalle 17, consueto spazio per il gazebo del progetto “Green Library – 170 Libri per la Sostenibilità. Biblioteche di pubblica lettura per l’Agenda 2030” mentre alle 19 apre l’area ristoro a cura della Cooperativa Pescatori.
Chiusura dell’ultima tappa
Gran finale, alle 21, con la cantante maliana Oumou Sangaré, considerata una delle più grandi e influenti voci africane, anche impegnata nel campo economico e dell’azione sociale, soprattutto a sostegno dell’emancipazione femminile. Cresciuta nei quartieri poveri di Bamako, sulle scene musicali dalla fine degli anni Ottanta, l’artista ha da tempo sfondato le barriere che separano continenti e stili musicali, arrivando a diventare un riferimento nella storia della musica africana contemporanea.
Tra le sue “pietre miliari”, tutte pubblicate dall’etichetta World Circuit, “Ko Sira” (1993), “Worotan” (1996) e “Seya” (2009), quest’ultimo nominato per un Grammy nella categoria Best World Music Album. Dall’isolamento forzato della pandemia del 2020, sono nate le undici canzoni di “Timbuktu”, il suo album più recente (prima uscita per la sua etichetta Oumsang, aprile di quest’anno), che intreccia intime connessioni sonore tra gli strumenti tradizionali dell’Africa occidentale e quelli legati alla storia del blues, in particolare il kamele n’goni e i suoi lontani eredi, il dobro e la chitarra slide. E proprio con queste sonorità Oumou Sangaré calcherà il palcoscenico allestito alla Peschiera Mar’e Pontis, per chiudere in bellezza la prima edizione del Festival delle Peschiere accompagnata da Julien Pestre alla chitarra, Alexandre Millet alle tastiere, Valery Assouan al basso, Abou Diarra al kamele n’goni, Jon Grandcamp alla batteria, Woridio Tounkara e Emma Lamadji ai cori. *
Sviluppo sostenibile
È lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri. Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030, un piano di azione che ingloba diciassette Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (sconfiggere la povertà; sconfiggere la fame; salute e benessere; istruzione di qualità; parità di genere; acqua pulita e servizi igienico-sanitari; energia pulita e accessibile; lavoro dignitoso e crescita economica; imprese, innovazione e infrastrutture; ridurre le disuguaglianze; città e comunità sostenibili; consumo e produzione responsabili; lotta contro il cambiamento climatico; vita sott’acqua; vita sulla terra; pace, giustizia e istituzioni solide; partnership per gli obiettivi) in un grande programma d’azione per un totale di 169 “target” o traguardi. *
Il bosco del festival
Il rispetto per l’ambiente e le sue tematiche si misura anche su piccole azioni concrete. Nasce così la collaborazione con l’azienda tessile Mariantonia Urru di Samugheo, che metterà a disposizione una serie di tappetini realizzati con gli sfridi della lavorazione al telaio, in piena economia circolare. I tappetini si potranno acquistare al festival e il ricavato sarà interamente investito nella piantumazione di alberi, attraverso la piattaforma Treedom, dal 2014 Certified B Corporations, il network di imprese che si contraddistinguono per elevate performance ambientali e sociali. Il progetto coniuga infatti il benessere dell’ambiente con lo sviluppo delle popolazioni locali oltre che contribuire ad abbattere le emissioni di CO2 prodotte dal festival. Obiettivo è ampliare il bosco del festival, composto attualmente da 70 alberi piantati col progetto Suonoverde.