Al teatro astra, il 3 ottobre si terrà una non conferenza per parlare di quello che potrebbe essere il più grande osservatorio per onde gravitazionali al mondo
Al teatro Astra di Sassari il 3 ottobre una “non conferenza” tra onde gravitazionali buchi neri e letteratura sul progetto di ricerca europeo Einstein Telescope.
Prosegue al teatro astra “Plays” la nuova rassegna organizzata dalla compagnia La botte e il cilindro mirata a creare una proposta aperta non solo ai più piccoli ma ad un target più ampio di spettatori. Il 3 ottobre all’ incontro mattutino dedicato alla scienza e aperto alle scuole si parlerà del grande progetto di ricerca europeo “Einstein Telescope” (ET). La conversazione a più voci, tra onde gravitazionali, buchi neri e letteratura esaminerà i vari aspetti legati al progetto ET: il più grande osservatorio al mondo per le onde gravitazionali per il quale l’Italia propone la realizzazione presso la miniera di Sos Enattos, a Lula. Saranno presenti il prof. Domenico D’Urso e i ricercatori Davide Rozza e Iara Tosta con una ricca documentazione di immagini e filmati spettacolari. Coordinerà la discussione Gian Nicola Cabizza. L’evento rientra nel progetto “Col Camper della Scienza verso l’ Einstein Telescope”, approvato dal MUR e gestito dalla Società Astronomica Turritana di Sassari.
Il progetto
Il progetto di cui si parlerà all’Astra prevede la costruzione di un gigantesco interferometro sotterraneo triangolare per la ricerca delle onde gravitazionali. L’osservatorio, che deve il suo nome ad Albert Einstein, sarà collocato a una profondità tra i 100 e i 300 metri, per isolarlo dai movimenti delle onde sismiche, avrà un perimetro di circa 30 km composto da bracci lunghi 10 km al cui interno saranno attraversati specchi di altissima qualità superficiale attraversati da un laser. Se un’onda gravitazionale attraversa l’interferometro, la lunghezza dei bracci oscilla e questa infinitesima variazione viene rivelata dall’esperimento. Et sarà un osservatorio di terza generazione per la ricerca delle onde gravitazionali. Grazie alla sua estrema sensibilità alle basse frequenze, Et ci permetterà di osservare con regolarità le onde gravitazionali inaugurando così l’era di un nuovo tipo di astronomia, l’astronomia gravitazionale di precisione.