Dopo 14 mesi da un decreto che li rende rimborsabili, persistono ritardi burocratici, problemi organizzativi e una sottovalutazione delle potenzialità dei test per il tumore al seno
I test genomici per il tumore del seno, per evitare alle donne eleggibili chemioterapie inutili, stentano a essere utilizzati in Italia. A 6 pazienti su 10 il test non viene infatti prescritto, nonostante in Italia siano oltre 10mila le donne che possono utilizzarli. Da più di un anno sono rimborsabili da un decreto del ministero della Salute e consentono di evitare chemioterapie inutili alle donne con tumore al seno. A oggi, delle oltre 10mila donne candidabili all’esecuzione del test solo 4.000 hanno eseguito l’esame molecolare. In Italia il carcinoma della mammella è la neoplasia più diagnosticata nelle donne dove rappresenta il 30% di tutti i casi di tumore maligno. L’allarme arriva in occasione dell’ultima giornata del XXIV Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom). Il presidente, Saverio Cinieri, ha rilasciato sul tema delle dichiarazioni.
Le dichiarazioni del presidente Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) Saverio Cinieri
“Riscontriamo ancora – afferma il presidente Aiom Saverio Cinieri – ritardi buroratici, problemi organizzativi e una sottovalutazione delle potenzialità di test molecolari che aiutano a selezionare le cure e limitano il ricorso a chemioterapie inutili. Dopo 14 mesi, delle oltre 10mila donne candidabili solo 4.000 hanno eseguito l’esame molecolare. Il 60% delle malate quindi non ricorre a test semplici. Test che sarebbero poco invasivi e gratuiti che possono limitare fortemente il ricorso a trattamenti oncologici inutili”.
“A fine 2020 è stata approvata la legge che creava un fondo ad hoc per l’acquisti degli esami, a cui ha fatto seguito un decreto attuativo. Sugli esami genomici per il carcinoma mammario l’Aiom ha svolto un’indagine interna tra 212 giovani medici. Per sei oncologi su dieci i test andrebbero inseriti nei Livelli Essenziali d’Assistenza“.