Moda di seconda mano, i consumatori della generazione Z tra i più propensi ad acquistare vestiti usati
Il valore del mercato della rivendita di moda oggi è compreso tra i 100 e i 120 miliardi di dollari in tutto il mondo, ossia più del triplo rispetto al 2020: lo dice una ricerca realizzata da Boston Consulting Group (BCG) e Vestiaire Collective, piattaforma di ‘second hand’. Secondo lo studio, il mercato della seconda mano rappresenta già dal 3% al 5% dell’abbigliamento, delle calzature e degli accessori e potrebbe crescere fino al 40%, tanto che si prevede che nel 2023 i pezzi ‘pre-loved’ costituiranno il 27% degli armadi. Questo grazie ai consumatori della Generazione Z (nati dal 1995 al 2009), che sono i più propensi ad acquistare (31%) e vendere (44%) articoli di seconda mano, seguiti dai millennial.
Nel 2020 il mercato valeva 25-30 miliardi di euro, mentre nei prossimi 10 anni è prevista una crescita annua del 10 per cento
Un collier di Norman Silverman con diamanti a taglio smeraldo, baguette e brillante da oltre 211mila dollari. Una Birkin 25 di Hermès in pelle blu in vetrina a 26.350 euro. O un anello di fidanzamento di Tiffany Soleste in platino, con diamante giallo, “scontato” a 7.327 euro contro i 26mila del prezzo retail. Sono alcuni dei pezzi più pregiati (e costosi) in bella mostra sulle piattaforme di second hand. Un mercato che sta crescendo esponenzialmente.
Secondo McKinsey, nel 2020 il mercato valeva 25-30 miliardi di euro, mentre nei prossimi 10 anni è prevista una crescita annua del 10 per cento. Il trend è confermato da un’analisi di Barclays secondo cui il business del fashion resale passerà dai 36 miliardi di dollari del 2021 ai 77 miliardi di dollari del 2025, crescendo 11 volte in più rispetto alle vendite di prodotti nuovi.