In occasione della Notte delle Ricercatrici e dei Ricercatori abbiamo intervistato Simona Campus, spaziando tra l’importanza di un’arte accessibile e in grado di comunicare e la magia che scaturisce dalla comunicazione con un pubblico in grado di accoglierla. Una magia che ritroviamo al MUACC di Cagliari.
Simona Campus insegna Museologia come professoressa a contratto all’Università degli Studi di Cagliari. Dopo la Laurea in Lettere e la Specializzazione in Storia dell’Arte ha conseguito il Dottorato di ricerca, indagando l’ambito delle relazioni tra arti visive e letteratura nella cultura italiana del Novecento. Attualmente è curatrice del MUACC, Museo universitario per le arti e le culture contemporanee. E’ proprio del MUACC che abbiamo discusso durante questa intervista.
Un museo ad ampio raggio
Simona Campus ci parla del museo come una sorta di laboratorio che coinvolge la comunità nelle sue sperimentazioni, sottolineando l’importanza del pubblico. Il MUACC si propone come museo universitario moderno che segue i principi dell’ICOM e come un museo in grado di parlare alle persone, proponendosi come istituzione aperta, dinamica, e in continua crescita.
L’obiettivo è rendere frubile la possibilità di conoscere al pubblico. Il museo cresce soprattutto grazie al feedeback della sua comunità di riferimento, per questo le attività sono pensate soprattutto nell’ottica di un museo ”vivo, popolato, e abitato”, attraverso molteplici iniziative. L’obiettivo è creare uno spazio di dialogo, nel quale sia possibile discutere non solo di arte, ma anche dei temi delle culture contemporanee. Il MUACC si propone come un’istituzione lontana dall’impartizione di una conoscenza unidirezionale, per proporsi come un luogo nel quale la conoscenza si costruisce attraverso dialoghi e percorsi.
Il MUACC e il legame intrinseco con gli studenti
Oltre ai tirocini curriculari previsti nei piani formativi al MUACC si lavora anche attraverso i tirocini Erasmus.
”Il museo ha bisogno delle studentesse e degli studenti, ma mi piace lavorare affinché anche le studentesse e gli studenti sentano il bisogno del museo” ci dice Simona Campus ”Nell’ottica di una concezione laboratoriale secondo la quale questo luogo diventa spazio straordinario per sperimentare le pratiche curatoriali, le diverse competenze che un’istituzione così complessa porta con sè. I tirocini diventano momento di confronto diretto con un mondo che appare misterioso. Il museo appare come un grande spettacolo teatrale quando lo si va a visitare, difficilmente si coglie la complessità di quello che sta dietro ad un prodotto finito. E’ fondamentale capire il percorso che porta alla realizzizione delle iniziative che si svolgono”.
Tra l’arte di Italo Antico e la nuova esposizione in arrivo di Franca Sonnino
Dall’inizio della sua apertura al pubblico il MUACC espone una collezione del maestro Italo Antico, uno dei protagonisti del rinnovamento artistico in Sardegna dalla seconda metà del Novecento. L’artista ha donato all’Ateneo un corpus di 50 opere. In occasione della Notte delle Ricercatrici e dei Ricercatori il MUACC ha pensato che tra le modalità di valorizzazione fosse importante dare un occhio di riguardo alle nuove generazioni, andando alla scoperta di nuovi linguaggi in grado di facilitare la scoperta dell’arte. Il risultato è stato gratificante e ha aiutato a comprendere come l’arte possa essere raccontata in maniera semplice ma mai banale, i bambini hanno giocato un ruolo fondamentale in quanto ricettori eccezionali.
Il MUACC si appresta ad allestire la sua prima mostra temporanea, quella di Franca Sonnino. Uno dei temi principali che questa mostra sceglie di indagare è quello dell’arte al femminile e più in generale dell’arte di genere. E’ importante parlare di questioni di genere nell’ottica di un museo che parla di società e si occupa di quelli che sono i grandi temi del nostro tempo. Franca Sonnino, artista con una rinnovata carica espressiva, legata alla Sardegna grazie anche alla sua amicizia con Maria Lai, è stata in grado di coniugare il suo lingaggio artistico al tempo. La svolta nel percorso artistico dell’artista arriva con il consiglio di Maria Lai, che accortasi della sua perizia tecnica nel lavoro a maglia le consiglia di usare le sue mani ”non per fare oggetti utili, ma per fare cose inutili”.
Le parole di Simona Campus sull’artista
”Franca Sonnino appartiene a quella generazione di artiste che hanno rivoluzionato la storia dell’arte con nuovi linguaggi, prima rinchiusi dentro una dimensione domestica – ci spiega Simona Campus – utilizzando nuovi medium per proporre un proprio pensiero dell’arte scardinato da un sistema patriarcale, utilizzando questi elementi come possibilità affinché la differenza sia portatrice di significato e di rivendicazione del proprio posto in un sistema ancora chiuso”.