I risparmiatori scelgono di investire somme significative per combattere inflazione, in media oltre 50.000 euro, ma in Sardegna e in Italia si raggiungono livelli record
Per fronteggiare l’avanzata dell’inflazione, i risparmiatori puntano su investimenti sempre più duraturi.
I risparmiatori scelgono di investire somme significative, in media oltre 50.000 euro, per periodi sempre più lunghi su conti vincolati per godere del rendimento maggiore derivante dagli interessi. I dati dell’Osservatorio ConfrontaConti.it e SOStariffe.it svelano le tendenze in corso e l’evolversi della situazione investimenti dal 2011 a oggi.
Si tratta di una forma di investimento che spesso non prevede lo svincolo delle somme depositate se non alla scadenza, ovvero diversi mesi dopo, in cambio del rendimento elevato derivante da tassi di interesse vantaggiosi.
La situazione in Sardegna
La Sardegna è la terza regione “più cara” d’Italia, con un’inflazione che arriva ad agosto al 9,2% (primo il Trentino a 10,2%, seconda la Sicilia a 10%). Questo vuol dire che il rincaro annuo per una famiglia media (tre persone) è di 1.621. I dati Istat pubblicati pochi giorni fa, e che si riferiscono ad agosto, certificano che i prezzi hanno avuto un balzo dell’8,4% nella Penisola e addirittura del 9,2% nell’Isola. Inutile sottolineare come tra i rincari quelli legati alla energia elettrica siano più alti in assoluto. E proprio per questo il Codacons lancia in Sardegna lo “sciopero delle bollette”.
L’inflazione più alta per energia elettrica, gas e altri combustibili tra le città sarde si è registrata a Olbia-Tempio (73,6), poi Cagliari (66,4) e Sassari (64,7); tutte comunque al di sotto della media nazionale al 76,4. Capitolo “prodotti alimentari e le bevande analcoliche”. In questo caso Olbia-Tempio è la 14esima provincia in Italia con i rincari maggiori (11,8), Sassari al 17esimo con 11,7 mentre Cagliari ha un tasso inferiore alla media nazionale (10,5) con il 10,2.