Il 76% degli italiani si sente bene o molto bene. Questi sono i dati dell’Iss relativi al biennio 2020-2021, meglio del 2008.
Come giudicano gli italiani il proprio
stato di salute? A rispondere a questa domanda sono gli ultimi dati del sistema ‘Passi’ dell
’Istituto superiore di sanità (Iss) relativi al biennio 2020-2021. “Risulta che la gran parte della
popolazione adulta italiana, ben il
76%, lo giudica
positivo. Dichiarando di sentirsi bene o molto bene. Una
piccola percentuale (meno de 3%) riferisce di sentirsi male o molto male. La restante parte degli intervistati dichiara di sentirsi ‘discretamente'”, si legge nel report. Nel
2008 a giudicare
positivo il proprio
stato di salute era
65,5% degli intervistati
I più soddisfatti della propria salute sono i giovani
“Il
91% dei 18-34enni riferisce di star
bene – evidenzia il report – mentre questa quota scende a
63% fra i 50-69enni, gli uomini (79% contro 73% nelle donne), le persone con un livello socio-economico più elevato, per istruzione o condizioni economiche, i
cittadini stranieri rispetto agli italiani e chi è libero da condizioni patologiche croniche fra quelle indagate da ‘Passi’ (82% contro 48% fra chi ha una diagnosi di patologia cronica). Il
gradiente geografico è poco ampio e non significativo – continua il rapporto – ma al
Nord le province autonome di Trento e Bolzano si distinguono per la più alta prevalenza di persone soddisfatte del proprio stato di salute e nel
Meridione si distingue la Puglia con la più alta prevalenza di persone che si dichiara soddisfatta della propria
salute“.
Nel biennio 2020-2021 “ogni intervistato dichiara di aver vissuto in media poco più di 4 giorni in cattiva salute (‘unhealthy days’) nel mese precedente l’intervista, 2 giorni in cattive condizioni di salute fisica per malattie o incidenti e 2,6 giorni vissuti in cattive condizioni di salute psicologica per problemi emotivi, ansia, depressione o stress – si legge nel report. Poco più di un giorno al mese è stato vissuto con reali limitazioni nel normale svolgimento delle proprie attività, per motivi fisici e/o psicologici. Il profilo socio-demografico per questo aspetto della salute riflette ed è coerente con quanto emerge dai dati sulla salute percepita. Dichiarano meno giorni vissuti in cattiva salute i più giovani (3 giorni fra i 18-34enni contro 5 fra i 50-69enni), gli uomini (3 contro 5 fra le donne), le persone socio-economicamente più abbienti, per risorse economiche o istruzione e le persone libere da cronicità (3,4 contro 7,2) e mediamente i residenti nel Meridione (3 contro 5 fra i residenti del Nord)”.