Il Professor Umberto Solimene, esperto dell’Osservatorio Sanpellegrino, raccomanda di bere un’acqua povera di sodio per non compromettere la condizione cardiovascolare
Condurre uno stile di vita sano seguendo un’appropriata alimentazione e facendo regolarmente attività fisica sono i consigli più noti che ci vengono dati quando si tratta di ridurre il rischio di una patologia cardiovascolare. Tuttavia, non tutti sono a conoscenza che anche una corretta idratazione assume un ruolo fondamentale, in particolare per le persone anziane, più soggette a queste problematiche e meno sensibili allo stimolo della sete perché i campanelli d’allarme che manifestano la disidratazione, sono più difficili da riconoscere in questa fascia d’età. Questo pericolo è sempre dietro l’angolo e diventa dunque necessario fare attenzione alla quantità d’acqua che si assume ogni giorno, che deve essere compresa tra l’1,5 e i 2 litri.
“Una corretta idratazione ha effetti positivi sulla funzionalità cardiaca. perché contribuisce a ridurre i livelli di viscosità del sangue, diminuendo il rischio di formazione di trombi all’interno dei vasi sanguigni. I sali minerali contenuti nell’acqua sono, inoltre, coinvolti nei processi che regolano le attività cellulari e la loro assunzione può essere d’aiuto in presenza di specifici disturbi circolatori”. – Spiega il Professor Umberto Solimene, dell’Università degli studi di Milano, membro dell’Osservatorio Sanpellegrino e Presidente FEMTEC. – “Il calcio, ad esempio, oltre ad essere coinvolto nei processi di coagulazione del sangue, è uno degli elementi che influiscono sulla capacità di contrazione dei tessuti muscolari e proprio per questo le acque minerali ricche di calcio sono particolarmente indicate per chi soffre di problemi cardiocircolatori. Allo stesso modo, il magnesio, per la sua capacità di favorire il rilassamento delle cellule muscolari, assume un importante ruolo di protezione a livello cardiovascolare”.