Amleto Take Away: lo spettacolo al Teatro Parodi venerdì 28 ottobre per la rassegna teatrale “Tutti a teatro”
Venerdì 28 ottobre alle ore 21:00 prosegue la rassegna teatrale TUTTI A TEATRO 2022, organizzata dall’associazione LA CAMERA CHIARA al Teatro A. Parodi. Arriva dalla Puglia lo spettacolo “AMLETO TAKE AWAY” della Compagnia Berardi Casolari. Una piccola grande perla di teatro. Che passa dalla prosa alla parodia della quotidianità. Biglietto unico €10. Si consiglia di prenotare inviando una mail a info.lacamerachiara@gmail.com
Gianfranco Berardi è un vulcano di energia, fuoco pugliese nelle vene, acrobazie, metamorfosi, comicità avvincente e malinconica tenerezza. Vederlo in scena è un’esperienza travolgente perché ha la forza di una calamita. Ogni movimento è calibrato, ma offerto con un’estrema leggerezza.
Amleto take away è un affresco tragicomico che gioca sui paradossi, gli ossimori e le contraddizioni del nostro tempo. Da sempre, sono fonte d’ispirazione per il nostro teatro. Punto di partenza sono le parole, diventate simbolo più che significato, in un mondo dove «tutto è rovesciato, dove l’etica è una banca, le missioni sono di pace e la guerra è preventiva».
È una riflessione ironica e amara che nasce dall’osservazione e dall’ascolto della realtà circostante, che ci attrae e ci spaventa.
«Tutto è schiacciato fra il dolore della gente e le temperature dell’ambiente, fra i barbari del nord e i nomadi del sud. Le generazioni sono schiacciate fra lo studio che non serve e il lavoro che non c’è, fra gli under 35 e gli over 63, fra avanguardie incomprensibili e tradizioni insopportabili. In questo percorso s’inserisce, un po’ per provocazione, un po’ per gioco meta-teatrale, l’Amleto di Shakespeare.
Amleto, simbolo del dell’insicurezza e dell’inadeguatezza, è risultato, il personaggio ideale cui affidare il testimone di questa indagine. Ma l’Amleto di Amleto Take away procede anche lui alla rovescia. E’ un Amleto che preferisce fallire piuttosto che rinunciare, che non si fa molte domande e decide di tuffarsi, di pancia, nelle cose anche quando sa che non gli porteranno nulla di buono. È consapevole ma perdente, un numero nove ma con la maglia dell’Inter e di qualche anno fa, portato alla follia dalla velocità, dalla virtualità e dalla pornografia di questa realtà.
Amleto è in seria difficoltà circa il senso delle cose, travolto da una crisi così generalizzata e profonda che mette a repentaglio storie solide e consolidate come il suo rapporto d’amore con Ofelia e il suo rapporto con il teatro.
Gianfranco Berardi è un vulcano di energia, fuoco pugliese nelle vene, acrobazie, metamorfosi, comicità avvincente e malinconica tenerezza. Vederlo in scena è un’esperienza travolgente perché ha la forza di una calamita. Ogni movimento è calibrato, ma offerto con un’estrema leggerezza.
Amleto take away è un affresco tragicomico che gioca sui paradossi, gli ossimori e le contraddizioni del nostro tempo. Da sempre, sono fonte d’ispirazione per il nostro teatro. Punto di partenza sono le parole, diventate simbolo più che significato, in un mondo dove «tutto è rovesciato, dove l’etica è una banca, le missioni sono di pace e la guerra è preventiva».
È una riflessione ironica e amara che nasce dall’osservazione e dall’ascolto della realtà circostante, che ci attrae e ci spaventa.
«Tutto è schiacciato fra il dolore della gente e le temperature dell’ambiente, fra i barbari del nord e i nomadi del sud. Le generazioni sono schiacciate fra lo studio che non serve e il lavoro che non c’è, fra gli under 35 e gli over 63, fra avanguardie incomprensibili e tradizioni insopportabili. In questo percorso s’inserisce, un po’ per provocazione, un po’ per gioco meta-teatrale, l’Amleto di Shakespeare.
Amleto, simbolo del dell’insicurezza e dell’inadeguatezza, è risultato, il personaggio ideale cui affidare il testimone di questa indagine. Ma l’Amleto di Amleto Take away procede anche lui alla rovescia. E’ un Amleto che preferisce fallire piuttosto che rinunciare, che non si fa molte domande e decide di tuffarsi, di pancia, nelle cose anche quando sa che non gli porteranno nulla di buono. È consapevole ma perdente, un numero nove ma con la maglia dell’Inter e di qualche anno fa, portato alla follia dalla velocità, dalla virtualità e dalla pornografia di questa realtà.
Amleto è in seria difficoltà circa il senso delle cose, travolto da una crisi così generalizzata e profonda che mette a repentaglio storie solide e consolidate come il suo rapporto d’amore con Ofelia e il suo rapporto con il teatro.