Generazione Post Pandemia: Bisogni e aspettative dei giovani italiani nel post Covid 19
I giovani rappresentano la parte più vitale e acculturata della società italiana. Eppure oggi appaiono invisibili, prigionieri di una narrazione collettiva che non li vede mai come protagonisti e lascia loro pochi spazi per immaginare un futuro migliore.
Partire dai giovani, dalle loro opinioni, dagli stati d’animo del post pandemia per immaginare un futuro che li veda come protagonisti, capire da loro stessi che cosa si può concretamente fare, è una operazione di grande valore.
Da queste considerazioni nasce il presente Rapporto, in collaborazione tra il Censis, il Consiglio Nazionale dei Giovani e l’Agenzia Nazionale Giovani con l’obiettivo di costruire un affresco che consenta di rimettere i giovani al centro del dibattito. Lo scopo è capirli e, soprattutto, per comprendere che cosa si può fare per loro e per il futuro della società.
Più di sei giovani su dieci (62%) hanno cambiato la propria visione del futuro a seguito della pandemia. Solo per il 22% il futuro sarà migliore, mentre il 40% ritiene che sarà peggiore. Manca una promessa di miglioramento e benessere per le giovani generazioni. Di fronte a un futuro ignoto prevalgono incertezza (49%) e ansia (30%), che in alcuni casi si trasformano in paura (15%) e pessimismo (13%).
È quanto emerge dal Rapporto realizzato dal Censis per il Consiglio Nazionale dei Giovani e l’Agenzia Nazionale per i Giovani. Dal titolo: “Generazione post pandemia: bisogni e aspettative dei giovani italiani nel post Covid”.
Il 27% dei giovani dichiara che durante la pandemia la sua salute è peggiorata e la quasi totalità (97%) ha avuto almeno un piccolo malessere, tra mal di testa (69%), dolori articolari (57%) e problemi intestinali (42%). In aumento anche i disturbi del comportamento alimentare, quali l’anoressia e la bulimia. Il 12% dei giovani tra i 18 e i 36 anni dichiara di soffrirne, in particolare il 13% delle donne e l’11 degli uomini.