Studio Gemelli individua pazienti con diabete di tipo due più a rischio infarto, sviluppano due diverse tipologie di cardiopatia ischemica
“Analizzando i risultati della coronarografia, integrati con studio Oct abbiamo evidenziato nella popolazione diabetica due diverse tipologie di pazienti: quelli che hanno un’unica grossa placca aterosclerotica ‘soft’. Cioè ricca di lipidi e dunque pronta alla rottura e quelli che hanno estese calcificazioni e tante piccole placche ‘guarite’, diffuse su tutto l’albero coronarico, che danno sintomi cronici di tipo anginoso, piuttosto che un grave infarto acuto”.
“I pazienti del primo gruppo sono in genere più giovani, obesi, dislipidemici e con un diabete caratterizzato soprattutto dalla resistenza insulinica, più che dalla carenza. Nell’altro gruppo troviamo pazienti in genere più anziani, magri, con un pancreas che ha esaurito la sua funzione e che necessitano di terapia insulinica. Analizzando la presenza o meno di complicanze microvascolari, abbiamo evidenziato la presenza di una correlazione tra complicanze microvascolari diabetiche e tipologia di aterosclerosi ed eventi cardiovascolari al follow up”.
Lo studio ha coinvolto 320 pazienti diabetici con cardiopatia ischemica, al loro primo evento coronarico e sottoposti a coronarografia. In un sottogruppo di pazienti si utilizza anche l’Oct, un microscopio che consente di vedere ‘da dentro’ i dettagli della parete coronarica. I pazienti sono suddivisi in gruppi diversi a seconda della presenza o meno di complicanze microvascolari. Tutti sono stati seguiti nel tempo per registrare la comparsa di ulteriori eventi cardiovascolari maggiori.