Neet in Sardegna tutte le soluzioni per sconfiggere il fenomeno

Neet in Sardegna, tutte le soluzioni per sconfiggere il fenomeno

Il fenomeno dei Neet in Italia è in continua crescita. Il numero dei giovani che non sanno cosa fare è sempre più alto; ma cosa sono i Neet? Non sono altro che dei giovani di età compresa tra 15 e 29 anni, che non studiano, non lavorano e non seguono corsi di formazione. Scopriamo quali possono essere le cause di questo fenomeno in Sardegna e in Italia.

Fenomeno Neet in Sardegna

In Sardegna la situazione è piuttosto preoccupante, in quanto, circa il 12% dei ragazzi e delle ragazze abbandona presto il percorso di studi e, più di un giovane su 4, è considerato “Neet”.

Se tutto ciò non dovesse bastare, una buona parte dei minori della regione non hanno avuto la possibilità di visitare monumenti o luoghi di rilievo culturale. La loro impossibilità di realizzarsi è, inoltre, dovuta a varie cause, tra cui la bassa istruzione, che aumenterebbe di 3 volte il rischio di migliorare e crescere.

In aggiunta, un fattore che aumenta il numero di Neet è che più del 16% degli abitanti della Penisola vive in piccoli centri nei quali è molto più difficile trovare un’occupazione. Qui, la probabilità di studiare qualcosa che non piace è molto alta, soprattutto per le persone che non desiderano lasciare la propria terra natale.

Possibili soluzioni per i Neet

Fortunatamente, questo fenomeno presenta delle possibili soluzioni utili a contrastarlo, come, per esempio, la possibilità per gli studenti di studiare ciò che gli piace, in maniera tale da entrare nel mondo del lavoro con la giusta preparazione. Inoltre, spesso i giovani abbandonano gli studi perché pensano che ciò che studiano sia inutile, preoccupati di esserecostretti a fare un lavoro collegato all’indirizzo di studi.

Un approccio efficace per contrastare il fenomeno dei Neet sarebbe quello di avvicinare maggiormente la scuola con il mondo del lavoro, puntando maggiormente sugli stage e aumentando la sicurezza.

Inoltre, bisognerebbe invogliare gli studenti a seguire corsi di formazione, a lavorare e studiare contemporaneamente, frequentando magari un’università telematica (alcuni siti offrono dettagli utili per scegliere la migliore per i propri obiettivi professionali) oppure seguendo brevi corsi professionalizzanti, molto utili per specializzarsi in alcune tipologie di professione nel minor tempo possibile.

Concludendo, contrastare questo fenomeno è possibile, occorre, però, agire fin da subito e senza perdere ulteriore tempo affinché l’Italia e la Sardegna possano rappresentare nel migliore dei modi un esempio di investimento sui giovani e sulla loro realizzazione.

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