Prosegue al
Teatro Astra di
Sassari “
Famiglie a Teatro”. L’unica vera stagione di teatro per
ragazzi in Sardegna organizzata da 33 edizioni dalla Botte e il Cilindro. Il
18 novembre alle
21 e in replica sabato
19 alle
18 debutta
Antigone. Una nuova produzione della compagnia sassarese scritta, diretta e interpretata da
Margherita Lavosi e
Alice Friggia. Nell’edizione del trentatrennale la compagnia ha deciso di dare ancora più spazio alle nuove generazioni di allievi e ai professionisti che operano nel team e firmano ora testi e regie. I vari membri della
Botte e il cilindro hanno comunque collaborato al nuovo spettacolo in scena coordinato dal regista
Pierpaolo Conconi. Le maschere e i costumi sono di
Consuelo Pittalis, Luisella Contivoci e Stefano Chessa.
I protagonisti della storia pensata per una fascia d’età da
8 ai
14 anni sono il gatto
Minnaloushe simbolo della libertà e dell’autonomia. E la cornacchia cieca
Tiresia, guida onnisciente e simbolo della morte iniziatica e della rigenerazione. Le loro
vicende si intrecciano con quella di
Antigone, figura mitica ed eroina tragica. Capace di mettere in evidenza le contraddizioni tra il potere dello
Stato e il diritto individuale, entrambi validi ma non sempre facilmente conciliabili.“La scelta di affrontare tematiche e
personaggi tratti da una
tragedia greca –dice
Lavosi – adattandoli ad un pubblico di
bambini e
ragazzi è motivata dalla convinzione che non bisogna escludere l’infanzia e la gioventù dai
temi fondamentali dell’
esistenza. Anche quelli più spinosi come: la morte, il destino, la guerra, il conflitto, il desiderio, la libertà. Utilizzando un
linguaggio poetico e un
teatro d’immagine si possono raccontare loro anche vicende complesse. È importante offrire ai
giovani la possibilità di formarsi e sviluppare i propri strumenti critici. Senza dare loro esclusivamente nozioni semplici sui concetti di
bene e
male”.
Cosa vuol dire essere liberi? Quali sono i limiti giusti? Quando è giusto obbedire? E quando disobbedire? A chi dobbiamo essere fedeli? Cosa ci rende veramente umani? Molti sono i quesiti e le contraddizioni che emergono dalla celeberrima tragedia “Antigone”. Scritta da Sofocle in Grecia attorno al 442 a.C.
“I nodi tematici messi in campo da questo profondo dramma interessano molto da vicino – dice Friggia – il mondo dei ragazzi. Che nel passaggio dall’infanzia all’adolescenza scoprono cosa significa avere sempre più limiti e responsabilità e iniziano ad essere consapevoli delle proprie idee”.
Sul palco le due attrici utilizzano musiche, coreografie e i linguaggi del teatro d’immagine per interagire con il pubblico
“Quella di Antigone è la storia di una ragazza fiera e combattiva– Conclude Lavosi – con un’incrollabile fiducia nelle proprie convinzioni, fedele a sé stessa e alle proprie idee. Che reclama un proprio e nuovo spazio in un mondo governato da uomini rigidi e inflessibili, che non accettano che la voce del femminile si alzi contro la loro. Ma è anche il simbolo di tutti coloro che, come lei, si oppongono tutt’oggi a leggi ingiuste in nome delle ‘leggi non scritte’ dell’umanità, della pietà, della compassione, della solidarietà, del rispetto e dell’amore, anche a costo della propria vita. Per noi, un simbolo femminile potente che rivendica la possibilità di altre esistenze e di altri punti di vista nella società, tutti degni di essere ascoltati”.