Martedì 22 novembre, alle ore 17:30, Spaciada sa Bregùngia organizza a Sassari, in via Frigaglia 14b, nella sede di “Sa Domo de totus” un incontro pubblico sulla lingua turritana.
La lingua turritana sta conoscendo una nuova rinascita. Le scuole dell’infanzia e della primaria hanno deciso di presentare dei progetti incentrati sull’utilizzo e la riscoperta della lingua. L’Università di Sassari ha attivato un apposito laboratorio aperto ai suoi studenti e alla cittadinanza, ed è stato recentemente presentato lo standard ortografico finanziato dalla RAS al Comune di Sassari, secondo la LR 22 del 2018.
Spaciada sa Bregùngia si inserisce in questo contesto e ha riunito, e vuole continuare a riunire, mamme e babbi che vogliono trasmettere ai loro figli la lingua del luogo. Poter parlare la propria lingua è un diritto fondamentale di ogni essere umano. Per noi è anche un momento di felicità e libertà. Durante la serata discuteremo insieme della situazione attuale del sassarese e delle sfide per il futuro. Tutta la cittadinanza è invitata.
Il turritano
Il turritano (turritanu), comunemente chiamato sassarese, è una lingua romanza nata, secondo alcune teorie, come lingua franca intorno al XII secolo da una base toscano-corsa, evolutasi poi autonomamente con influenze liguri, catalane, spagnole e soprattutto sardo logudoresi. Oggi è considerata, analogalmente al vicino gallurese, come un idioma di transizione sardo-còrso.
Il turritano può essere diviso in due varianti: il sassarese propriamente detto e il castellanese. Il sassarese è parlato in una piccola ma popolata fascia della Sardegna nord-occidentale lungo il golfo dell’Asinara, nella Nurra, Romangia e Anglona. Ovvero nei comuni di Sassari, Porto Torres, Sorso, Stintino, tutti facenti parte della provincia di Sassari. Il castellanese, invece, è parlato nei comuni di Castelsardo, Sedini, Tergu e in alcune frazioni di Valledoria, e presenta forti influenze del gallurese, tanto da essere considerato una variante di transizione tra questo e il sassarese.