Confartiginato denuncia aumenti nel costo della farina ed il calo nelle vendite del pane.
I panificatori sardi denunciano aumenti nel costo della farina e delle altre materie prime ma mantengono fermo il prezzo del pane. Inoltre, denunciano il calo delle vendite dei diversi tipi di pane tradizionale a causa dell’aumento del costo della vita. Le persone comprano lo stretto necessario. Oggi il cliente acquista pezzature di pane da un chilogrammo da consumare anche nei giorni successivi. In passato, la tendenza era di prendere circa mezzo chilo da utilizzare nell’arco della giornata.
Ufficio Studi Confartigianato
Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, su dati Istat, ogni giorno si sfornano oltre 100mila tonnellate di pane fresco per oltre 800 i tipi di prodotto.
Per ciò che riguarda i consumi, sono 730.510 le famiglie sarde che in media spendono ogni mese circa 21 euro dei diversi tipi di pane. Partendo da questo dato è possibile stimare che in media la spesa annua sostenuta da tutte le famiglie dell’Isola per l’acquisto di pane ammonta a 186 milioni di euro.
Il comparto è in difficoltà a causa dell’aumento dei costi delle materie prime. Infatti, a novembre del 2022 si registra una crescita del prezzo della farina di oltre il 34% rispetto ai valori dell’anno precedente nello stesso periodo. Inoltre, i dati riportano un elevato incremento dei prezzi dell’olio d’oliva(+43,6% ) del burro (+23,5%) e dello zucchero(+19,4%).
Nonostante il calo nelle vendite e la crescita del prezzo della farina, i panificatori hanno mantenuto fermo il prezzo del pane in modo che l’inflazione non pesi sul portafoglio delle famiglie per il pane.
Confartigianato
Confartigianato Imprese Sardegna sottolinea che “Le imprese della panificazione producono beni di prima necessità la cui distribuzione non può essere messa a repentaglio, pena il rischio di gravi ripercussioni sulla tenuta sociale. Ingiusto far mancare il pane alla popolazione”.
L’Associazione Artigiana rimarca la necessità di interventi specifici per far fronte ai rincari di farina, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari. Nell’Isola ci sono 800 imprese, con oltre 2.400 addetti, che da oltre due anni stanno affrontando una situazione di fortissima instabilità.
Senza interventi mirati e immediati il pane artigianale, bene primario per eccellenza, potrebbe presto venire a mancare dalle tavole sarde e italiane”.