La cultura italiana negli anni di Berlinguer. È in programma il primo dicembre la seconda delle tre giornate del convegno. Organizzato dalla Fondazione Enrico Berlinguer con il patrocinio dell’Università di Cagliari e il sostegno di Fondazione di Sardegna, Legacoop, Unipol e Cgil.
La cultura italiana negli anni di Berlinguer, è questo il titolo della serie di convegni dedicati ad Enrico Berlinguer, per celebrare il centenario della nascita. Il secondo appuntamento sarà alla Fondazione di Sardegna in via San Salvatore da Horta 2, ore 16.30. Sarà possibile assistere anche online grazie alla diretta che verrà trasmessa nella pagina Facebook de La Fondazione Enrico Berlinguer.
Dopo i saluti di Giacomo Spissu, presidente Fondazione di Sardegna, e di Angela Testone, sindaca di Dorgali e componente della Fondazione Enrico Berlinguer, gli studenti della Facoltà di studi umanistici presenteranno gli esiti dei laboratori su La lingua di Enrico Berlinguer. A cura della docente di linguistica italiana Rita Fresu.
I temi
Si entrerà poi nel merito delle specifiche discipline. Ovvero la letteratura, con Stefania Lucamante, docente di Letteratura italiana, moderna e contemporanea. Il cinema, con David Bruni, docente di Cinema, fotografia e televisione. Il teatro, con Roberta Ferraresi, docente di Storia del teatro, teoria e tecnica dello spettacolo. La musica, con Ignazio Macchiarella, docente di Etnomusicologia. Le arti visive, con Pamela Ladogana, docente di Storia dell’arte contemporanea. Moderano la giornata Ignazio Macchiarella e il regista Salvatore Mereu.
Il convegno prevede una terza e ultima giornata in programma il 13 dicembre (stesso luogo e stessa ora) che avrà per titolo “Enrico Berlinguer, la scienza e la tecnica”. Per l’occasione verrà presentato il documentario “Enrico Berlinguer: l’ultimo viaggio in Sardegna”. Realizzato da studenti e studentesse della Facoltà di Studi umanistici sotto la supervisione dei docenti Diego Cavallotti, Antioco Floris, Andrea Lotta e Marco Lutzu.
Enrico Berlinguer
Il 25 maggio 1922, quando Enrico Berlinguer venne al mondo a Sassari, figlio dell’avvocato Mario Berlinguer e di Maria Loriga, il Partito comunista di cui sarebbe diventato leader indiscusso, era nato da poco più di un anno. Fondato a Livorno con il contributo di un altro celebre sardo, Antonio Gramsci, che all’epoca aveva trent’anni.
Fu nel marzo del 1972, durante il XIII° congresso del PCI che si tenne a Milano, che Berlinguer venne eletto segretario succedendo a Luigi Longo. Un incarico che mantenne per dodici anni, fino al giorno della sua morte, avvenuta l’11 giugno in seguito a un ictus che l’aveva colpito il 7 giugno durante un comizio che stava tenendo a Padova, in vista delle imminenti elezioni europee.
Quelli del suo segretariato furono anni complicati, segnati dal terrorismo e dalle stragi. Gli anni del compromesso storico e del sequestro Moro, delle battaglie sul divorzio e sull’aborto. Contraddistinti sul piano internazionale dalla contrapposizione tra USA e URSS e dai nuovi totalitarismi che si instaurano in America Latina con Pinochet in Cile e Videla in Argentina. Anni che Berlinguer attraversa accarezzando la visione di un comunismo europeo e portando il suo partito ad un consenso che supera il 30%.