L’Università di Cagliari e gli step per l’award ‘HR Excellence in Research
Aperto da Francesco Mola e Alessandra Carucci il seminario su Strategia dell’ateneo, Struttura interna e Cabina di regia. Il passaggio permette di ottenere il riconoscimento ufficiale dalla Commissione Europea. “Siamo un Paese debole nell’innovare” ha detto Fulvio Esposito dell’Università di Camerino. “Attrarre giovani talentuosi per una buona ricerca è fondamentale” ha aggiunto Chiara Biglia, Politecnico di Torino.
Migliorare le condizioni di lavoro dei ricercatori di UniCa e rendere l’ateneo più attrattivo per i migliori talenti
Al fine di approfondire il processo e condividerlo con tutte le componenti dell’ateneo, lunedì 5 dicembre, dalle 16 alle 18, nell’aula magna del rettorato (via Università n. 40) si è tenuto il seminario istituzionale “Verso la candidatura di UniCa all’ottenimento del label HR Excellence in Research” (vedi la locandina) organizzato dalla Direzione ricerca e territorio. “La nostra candidatura – ha spiegato il rettore, Francesco Mola – è nata da varie considerazioni. Intanto, se l’ateneo cresce e cresce la qualità dei ricercatori, va restituita qualcosa ai ricercatori. Abbiamo creato un framework all’interno del quale il loro lavoro sia ancora più valorizzato. E vogliamo che abbiano la giusta visibilità le tante iniziative che in questi anni hanno dato lustro all’ateneo. Penso ai lavori curati dal Comitato unico di garanzia e culminate nel Gep, il Piano per l’uguaglianza di genere che nel 2020, fra i primi in Italia, abbiamo approvato. E non scordo iniziative importanti quali le adesioni all’Educ, la rete universitaria europea che ha reso possibili importanti scambi di ricerca importanti, e al Coara (Coalition for advancing research assessment). Siamo certi che valutazione e competitività siano fondamentali, specie quando sono basate su regole chiare e condivise a livello europeo. Il nostro impegno è e rimane forte. Saremo tutti in prima linea, dalla governance agli uffici”.
Dalle parole del rettore a quelle della prorettrice all’Internazionalizzazione
“Per condurre questo progetto abbiamo creato una struttura organizzativa che ha seguito una strategia Bottom-up, ovvero che parte dal basso. Abbiamo realizzato – sottolinea Alessandra Carucci – quattro focus group ciascuno dedicato agli altrettanti livelli dei ricercatori, dai dottori di ricerca a post-doc, ricercatori e professori. Da qui sono nati quattro gruppi di lavoro. Adesso abbiamo un anno per preparare il dossier di candidatura. Si tratta di un dossier complesso costituito da quattro documenti che riguardano descrizione del processo, analisi dei gap, piano d’azione e check-list di verifica. La candidatura per l’Hrs4r è stata stimolata all’interno del progetto Educ Share. Tanto che, per ora, delle sei università che partecipano all’alleanza, tre hanno già ottenuto il label. L’obiettivo? Che i sei atenei raggiungano lo stesso traguardo entro la fine del progetto”.
Innovazione e idee di ricerca talentuose, pilastri fondamentali per la crescita e lo sviluppo
Al seminario sono intervenuti Fulvio Esposito, “emerito” dell’Univers?ità di Camerino e Chiara Biglia, responsabile del Servizio talenti e ambiente della ricerca del Politecnico di Torino. “I miei amici marchigiani fanno da sempre le scarpe. Ottime calzature che però non innalzano la linea del Pil: purtroppo, noi per l’innovazione siamo in serie C. E non va bene, siamo dietro alle nazioni trainanti, con Estonia e Lituania. Inoltre, abbiamo una parte del Paese agganciata all’Europa che corre. La risposta? È fondamentale attrarre ricercatori. Giovani che mettono le loro idee innovative nei prodotti. Attrarre formare e trattenere i talenti ci dà una mano a raggiungere buoni risultati” ha spiegato brillantemente il professor Esposito. Cinzia Biglia ha aggiunto: “Vanno colte le opportunità del Pnrr. Noi, su questo fronte, stiamo formalizzando i progetti e lavoriamo al quarto piano d’azione. Peraltro, abbiamo inserito la Strategia dentro il Piano strategico 2018/24, così come indica l’Unione europea. Più in generale, la sfida passa dall’attenzione al welfare e alle pari opportunità, al coinvolgimento di ricercatori appartenenti a tutte le categorie scientifico-disciplinari, al project manager inserito all’interno della direzione ricerca. E abbiamo creato un percorso che fa riferimento a un ambiente sano, attento ai bisogni, al benessere e alle carriere dei giovani e delle giovani. Infine, ci muoviamo, grazie alle intese con altri atenei, per attrarre i ricercatori anche dall’estero”.