Cos’è che porta d’improvviso e a età diverse a bere alcol e a fumare? Quale tic, ansia o tarlo ci porta verso le dipendenze?
Uno studio, pubblicato sulla rivista Nature, rivela che se da un lato certamente i fattori culturali sono importanti e fanno la differenza in termini di assunzione e assuefazione, molto dipende invece dai fattori biologici per alcune persone più inclini a queste forme di dipendenze. Gli scienziati hanno addirittura scovato “4.000 associazioni genetiche che hanno una certa influenza sul consumo di alcol o tabacco” a seconda dell’età.
Nello studio, che comprende più di tre milioni di persone (l’80% di discendenza europea, il 20% del resto del mondo), si osserva che, pur vivendo in un ambiente simile, le persone con una maggiore predisposizione genetica fumano di più. “Gli individui nel 10% superiore della predisposizione genetica al tabacco fumano in media il doppio di sigarette al giorno rispetto a quelli nel 10% inferiore” (14 sigarette contro 7), afferma Javier Costas, ricercatore capo del gruppo di genetica psichiatrica dell’Istituto sulla salute di Santiago de Compostela (Idis).
I fattori della dipendenza
L’analisi è un primo passo per iniziare a identificare i fattori di rischio biologico per il fumo o l’alcolismo, comprenderli e utilizzarli nelle politiche sanitarie, ma osserva anche che alcune varianti che aiutano a prevedere il numero di sigarette fumate al giorno da una persona “sono correlati a quelli che aumentano il rischio di ricaduta tra i consumatori di cocaina”. E lo studio genetico ha evidenziato poi correlazioni tra “alcolismo e deficit di attenzione, schizofrenia o depressione”.
Ad ogni modo, in uno studio simile del 2019, alcuni scienziati, compresi taluni dei firmatari di quello appena pubblicato, hanno cercato una correlazione tra l’alcolismo, che è circa per il 49% ereditabile, e altri disturbi mentali, osservando delle compatibilità “tra alcolismo e deficit di attenzione, schizofrenia o depressione”.
Secondo Javier Costas, però, il limite principale del lavoro pubblicato da Nature e altri simili, “è la definizione dei caratteri oggetto di studio, generalmente dichiarata dagli stessi partecipanti e molto poco specifica”.
Fattori culturali
Ad esempio, due modelli molto diversi di consumo di alcol, come il consumo regolare durante i pasti o il consumo settimanale, possono comportare lo stesso numero di bevande alcoliche consumate a settimana. “È anche noto che le persone con problemi di salute tendono a dichiarare il proprio consumo di alcol e tabacco inferiore a quello che realmente sono”, spiega.
I fattori culturali fanno sicuramente la differenza nel numero di persone che hanno dipendenze, osservano gli studiosi, tant’è che nel 2014 sono trascorsi i 50 anni da quando il Surgeon General degli Stati Uniti, la massima autorità sanitaria del Paese, ha pubblicato un rapporto sugli effetti del tabacco sulla salute, e da allora in questo mezzo secolo la percentuale di fumatori americani è scesa in quel mezzo secolo dal 42% al 18%.
Un cambiamento culturale che ha contribuito a prevenire di certo almeno 8 milioni di morte premature.