Mad Heidi: la recensione film sulla swissploitation

Dopo un lungo e massiccio croudfunding, vede finalmente la luce, Mad Heidi, il controverso film dai produttori di Iron Sky

Basandosi sui luoghi comuni legati alle tradizioni e alla cultura Svizzera Mad Heidi amplifica e ribalta tutti gli stereotipi, proponendo ostracismo e galera per gli intolleranti al lattosio, accanimento sadico per la puntualità, un’invasione militare della Francia o anche il wrestling  alpino come sport tradizionale. Dopo un training in pieno stile supereroistico e in stile tarantiniano Heidi intima a un soldato nemico: Quella non è un’arma, riferendosi al temperino svizzero d’ordinanza di un soldato del regime. In fine, il neutral-izzatore, dell’ufficio immigrazioni (negate), implacabile macchina da guerra.

Mad Heidi frutto di un lungo e poderoso crowdfunding, diretto da Johannes Hartmann e Sandro Klopfstein, finalmente vede la luce, almeno, delle piattaforme streaming. Il film svizzero sulla swissploitation è una rilettura alternativa, ed estremamente più oscura, della pastorella più famosa del mondo: Heidi, nata per letteratura dedicata ai bambini dalla penna dell’autrice svizzera Johanna Spyr e diventata famosa a livello planetario grazie al mondo dell’animazione e del cinema.

Vediamo sullo schermo una versione distopica della Svizzera, dove Heidi vive in un paese oppresso da un dittatore “svizzerissimo” che ha trasformato la regione dei cantoni in un regime totalitario. Heidi, che ha il volto dell’attrice e modella Alice Lucy, dopo che il suo amato Peter viene ucciso per aver contrabbandato formaggio, si ribellerà contro il regime guidando la ribellione e vendicandosi contro le forze oppressive.

Tra gli interpreti vediamo anche Casper Van Dien (noto per il cult fantascientifico Starship Troopers – Fanteria dello Spazio) nei panni di Meili, “svizzerissimo” dittatore caseario, Max Rüdlinger nel ruolo del comandante Knorr e David Schofield a impersonare l’Alpöhi, vale a dire il nonno di Heidi.

Horror e citazionismo

Il film combina forti elementi horror, soprattutto splatter, con azione e fortissima satira politica, con un tono fortemente parodistico e citazionista della cultura pop. Mad Heidi presenta scene violente e umorismo molto cupo, allontanandosi drasticamente dall’immagine dell’innocente e idilliaca pastorella dell’originale Heidi. Il risultato è un film che si colloca nel sottogenere del “grindhouse”, caratterizzato da un’estetica volutamente esagerata.

Mad Heidi è stato realizzato e finanziato tramite crowdfunding, ricevendo un massiccio supporto da parte a livello internazionale da parte dei fan. La campagna ha utilizzato varie strategie di marketing virale, a partire dai trailer e teaser rilasciati online, che hanno generato un notevole hype prima del rilascio del film.

Di Mad Heidi  è possibile elogiare l’originalità e l’audacia del progetto, così come la performance degli attori l’alta qualità della produzione. Tuttavia abbiamo anche dei difetti, ovviamente, come delle incertezze nel montaggio o delle forzature tra i dialoghi o le scenografie.Ma in sintesi, Mad Heidi è un ottimo esempio di come una storia classica può essere rivisitata non solo in chiave moderna ma soprattutto sovversiva, regalando al pubblico una versione inedita e provocatoria di un personaggio tradizionale.

About Salvatore Uccheddu

Classe 1989. Appassionato cinefilo a 360°, degustatore di birre e di pizze. Amante dei bei film, ma anche di quelli brutti, davvero brutti. Si è cimentato come regista in lavori discutibile fattura. Irriducibile cacciatore di interviste agli addetti ai lavori della settima arte.

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