Domenica 11 dicembre si è conclusa la missione Artemis I che, sino ad ora, è stata uno straordinario successo che sta gettando solide basi per le prossime missioni già pianificate. Artemis II: con equipaggio umano ma senza allunaggio e Artemis III, che porterà la prima donna ed il prossimo uomo Luna.
Artemis I
La missione Artemis I ha permesso di testare pienamente tutti i sistemi che porteranno, tra pochi anni, con Artemis III. La prima donna e il prossimo uomo sulla Luna.
È stata la prima del programma Artemis, guidato da NASA ma con un forte coinvolgimento dell’ESA e dell’industria aerospaziale italiana. Con l’obiettivo ambizioso di creare un insediamento lunare, stabile ed abitabile ed una stazione spaziale in orbita lunare, da utilizzare come avamposto dell’umanità per le future missioni di esplorazione spaziale con equipaggio.
Una missione storica ed unica, che ha permesso di testare, per la prima volta, il potente lanciatore SLS in grado di inviare carichi pesanti (fino a 27 t) in orbita lunare. Unica perché ha consentito alla navicella Orion di percorrere una particolare e complessa orbita lunare, che l’ha portata a ben 70.000 Km di distanza dalla superficie della Luna. Polverizzando i record precedenti ottenuti nelle missioni Apollo per veicoli qualificati ad ospitare equipaggio umano.
Unica anche per la particolare manovra di rientro (detta skip entry) che, con un “rimbalzo” nell’alta atmosfera della navicella in fase di discesa, consente un rientro dall’orbita lunare più dolce e preciso. Rispetto al classico rientro diretto usato nel programma Apollo con innumerevoli vantaggi per navicella ed equipaggio.
Per i ricercatori della Nasa, la missione è stata un pieno successo. Infatti, sono già concentrati sulle nuove missioni all’orizzonte, in primis Artemis II, questa volta con equipaggio umano a bordo.