Il nostro paese ha guadagnato tre posizioni nell’indice stilato da Ernst & Young “Renewable Energy Country Attractiveness Index”
Il nostro paese ha guadagnato tre posizioni nell’indice stilato da Ernst & Young “Renewable Energy Country Attractiveness Index”. Si tratta di una classifica che individua i primi 40 Paesi al mondo per attrattività d’investimenti e opportunità di sviluppo nel settore delle energie rinnovabili.
Il report
In virtù delle condizioni volatili del mercato dell’energia, lo studio rileva una forte accelerazione da parte dei governi di tutto il mondo sul tema delle energie rinnovabili al fine di ridurre la dipendenza dalle importazioni di energia.
L’Italia passa dal 15° al 12° posto nella classifica generale, ma registra anche una delle migliori performance rispetto all’indice non solo in termini relativi agli altri Paesi, ma in termini assoluti.
Nella top 10 troviamo: Stati Uniti, Cina, Germania, Regno Unito, Francia, Australia, India, Spagna, Giappone, Paesi Bassi.
I progressi dell’Italia
I fattori che hanno contribuito a questo risultato sono vari. Innanzitutto, gli incentivi contenuti nella nuova bozza del Decreto FER 2 che stabilisce nuovi meccanismi di sostegno dei prezzi.
Altro aspetto significativo è l’annuncio di 5 GW di eolico offshore che saranno messi all’asta tra il 2023 e il 2026 e la realizzazione del primo impianto eolico offshore nel Paese.
Inoltre, si registra la crescita delle installazioni e il rafforzamento della pipeline di progetti (sia nell’eolico onshore sia nel fotovoltaico).
Con riferimento all’eolico onshore, i dati indicano nel Q3 dell’anno in corso 11.3 GW di capacità istallata (in aumento rispetto al Q1 che registrava 11.0 GW), con una crescita del 3% di e 3.2 GW di progetti in pipeline nel 2022-2027.
Anche nel solare aumenta la capacità istallata nel Q3 che corrisponde a 23.9 GW (rispetto ai 22.6 GW del Q1). La crescita è stata quindi del 6% mentre si registrano 17,0 GW di progetti in pipeline negli anni a venire 2022-2027.
Cresce attenzione di industria e commercio
Da parte dell’industria e del commercio c’è una crescente attenzione da un lato per la decarbonizzazione e dall’atro per costi dell’energia più stabili e stabili.
In secondo luogo, i rendimenti sono potenzialmente in aumento per i produttori di energia da fonti rinnovabili. Il motivo principale è l’ampia forchetta che si è creata tra il costo di produzione (LCOE) e il valore dell’energia elettrica nel mercato di scambio (PUN). Il valore a cui puntano i venditori dell’energia è raddoppiato in poco più di un anno, nonostante un costo di produzione stabile. Infine, si registra una certa contrazione dei volumi contrattualizzati in riduzione. Fattore, questo, legato anche alla prospettiva di poter stipulare degli accordi di medio periodo in un contesto più stabile e caratterizzato da minori incertezze.
Stati Uniti, Cina e Germani sul podio
Focalizzando l’attenzione sui risultati principali di questa edizione, gli Stati Uniti mantengono la loro posizione di vertice grazie all’Inflation Reduction Act. Questo documento, approvato in agosto, rappresenta un punto di svolta green, in particolare nell’ambito dell’idrogeno verde.
Al secondo posto, la Cina continua ad accelerare la transizione verso le energie rinnovabili tentando di raggiungere la decarbonizzazione entro il 2060.
Rispetto alla scorsa edizione del RECAI, la Germania sale in terza posizione mentre scende il Regno Unito alla quarta.
I Paesi Bassi entrano nella top 10 dell’indice grazie all’ambizioso programma che include un obiettivo di 70 GW di energia eolica offshore entro il 2050.
Anche la Spagna sale di una posizione, dal 9° all’8° posto. Da segnalare la forte performance della Grecia, guidata da nuovi obiettivi di 15 GW di nuova energia green entro il 2030 e 2 GW di eolico offshore nello stesso lasso di tempo.