A novembre la temperatura è salita del 1.4°C: colpa del cambiamento climatico. A rischio scioglimento i ghiacciai.
La stagione autunnale è sempre più vicina al suo capolinea, ma si congeda lasciandoci tra le mani un regalo che avremmo preferito non ricevere. Questo autunno, infatti, è stato il terzo più caldo mai registrato nel Continente europeo. È il servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (Copernicus Climate Change Service – C3S), affiancato dal Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine – una Commissione finanziata dall’UE – a rivelare i dati preoccupanti. Si calcola che la temperatura sia salita di 1.4°C rispetto alla norma. Il caldo anomalo ha colpito con maggior forza gli Stati dell’Europa occidentale.
Un novembre anomalo
Se si analizza la situazione da un punto di vista globale i dati mutano, ma restano comunque preoccupanti. Facendo la media delle temperature del mese di novembre del 2022, e confrontandola con quella degli altri mesi di novembre compresi tra il 1991 e il 2020, si noterà come questa sia più alta di 0.2°C. Si tenga presente che anche se il freddo ha colpito rispetto ai mesi di novembre del 2012 e del periodo compreso tra il 2015 e il 2021, ma comunque resta quello più caldo tra tutti gli altri mesi di novembre.
Ritornando nel Vecchio Continente, questo novembre da poco conclusosi entra con prepotenza nella top 5 dei mesi di novembre più caldi, grazie ai suoi 1.4°C in più rispetto alla media. Carlo Buontempo, direttore di C3S, spiega così la questione: “L’Europa ha appena vissuto il quinto novembre più caldo mai registrato, caratterizzato da quasi 1.4°C in più rispetto alla temperatura media. Inoltre, le temperature in molte regioni oceaniche sono state miti, in particolar modo nei mari dell’Europa settentrionale e nell’Atlantico settentrionale. Altre aree marine che hanno registrato una temperatura superficiale dell’aria superiore alla media sono state il Mediterraneo occidentale e la maggior parte degli oceani vicini all’Antartide. Il C3S sta osservando da vicino lo sviluppo di queste tendenze relative all’aumento di temperature superiori alla media”.
Effetti del caldo sui ghiacciai
Il caldo record non risparmia neppure il ghiaccio marino. Analizzando l’estensione del ghiaccio marino artico si scopre che la sua espansione è del 3% inferiore rispetto a quella raggiunta nello stesso periodo di novembre negli anni precedenti, classificandosi così all’ottavo posto tra i valori più bassi mai registrati dai satelliti.
In Antartide la situazione non migliora, anzi. L’estensione del ghiaccio marino è stata del 5% al di sotto della media, la quinta più bassa per il mese di novembre in 44 anni di dati satellitari. Gli scienziati di Copernicus commentano a riguardo: “Come nei mesi precedenti, le concentrazioni di ghiaccio marino intorno all’Antartide sono state caratterizzate da un marcato contrasto tra concentrazioni ben inferiori alla media nel Mare di Bellingshausen e concentrazioni molto superiori alla media nei Mari di Amundsen e di Ross”.