Giro di boa per IsReal, che per la quarta giornata del festival dedicato al cinema che si concluderà domenica 18 all’auditorium di Nuoro
IsReal: Una vera full immersion che si riserva ancora delle belle sorprese. Continua l’appuntamento con Michelangelo Frammartino uno dei registi più radicali e rilevanti emersi nel panorama internazionale negli ultimi 10 anni, ma trasmette all’attento popolo del festival passione narrativa, competenza e tutta la sensibilità e il coraggio di chi analizza con competenza e fuori dai luoghi comuni dal complessità del reale.
Domani, venerdì 16 dicembre, prosegue il focus sulla sua produzione, con la proiezione, alle 18, del suo ultimo film Il buco (2021) e sabato 17, alle 21 con la visione di Le quattro volte, che di fatto conclude lo speciale percorso dedicato al regista in questa settima edizione di IsReal.
Sperimentatore entusiasta, Frammartino alterna corsi e seminari presso le scuole di cinema e le università a installazioni al MOMA di New York (Alberi, 2013). La sua opera parte sempre da una relazione “fisica” con un luogo, un ambiente la cui connotazione specifica va ben oltre il concetto di location per informare la natura stessa del film, scavando in profondità un nuovo solco per il “cinema del reale”.
Michelangelo Frammartino ha rivelato con le proprie opere uno sguardo unico e capace di attirare l’attenzione di festival di primo piano come Locarno, Venezia e Cannes. Dopo l’esordio indipendente con Il dono (2003), Le quattro volte (2010) l’ha rivelato a livello internazionale e Il buco (2021), presentato in concorso e vincitore del Premio speciale della giuria al Festival di Venezia, ha consacrato il talento di un autore unico all’interno del contesto nazionale ma tra i più ammirati dalle ultime generazioni di cineasti e cinefili.
Il programma
Si parte alle 16 per Scenari sardi con Orune. Ogni andare è un ritornare di Vittoria Soddu (Italia 2022, 28’)
Nel 1964 Carlo Levi pubblica «Tutto il miele è finito», un racconto di viaggio dedicato alla Sardegna. A quasi sessant’anni dall’ultima visita di Levi nell’isola, le visioni pittoriche della regista e artista visiva Vittoria Soddu riprendono le riflessioni trascritte dall’autore italiano nel suo diario, dividendosi tra la tensione contemplativa e il ritratto collettivo di una comunità in transizione nella storia. Realizzato in occasione dell’esposizione realizzata al MAN l’inverno scorso, qui presentato come opera autonoma, Orune. Ogni andare è un ritornare raccoglie in forma filmica il tentativo di Levi di non limitarsi a fotografare il paesaggio barbaricino come una terra immobile e fuori dal tempo per svelare le complessità di una realtà immersa pienamente nella storia: «nell’isola dei sardi, ogni andare è un ritornare». La migrazione della comunità barbaricina vive e si incarna in maniera corale nella metamorfosi da uomo a villaggio, da donna a cornacchia.