“Incontri di giustizia riparativa”, il seminario, svolto nel Dipartimento di Giurisprudenza, che ne spiega i principali aspetti e modalità.
La giustizia riparativa o giustizia rigenerativa analizza tutti quei reati che comportano un danno alle persone. Per chi commette il reato vi è l’obbligo di rimediare alle proprie azioni lesive. Questo per favorire alla vittima in questione di poter risanare del tutto o almeno in parte il danno subito. Per far ciò è importante anche il coinvolgimento della stessa comunità civile, in modo da poter trovare le soluzioni riparatrici al danno più opportune.
Quello della giustizia riparativa è un argomento estremamente vasto e può essere applicato in vari modi e situazioni. Ad approfondire tale tema se ne occuperà il seminario “Incontri di giustizia riparativa” indetto dal corso di Laurea Magistrale in Giurisprudenza, dell’università di Sassari. Il convegno si svolgerà il giorno 19 dicembre alle ore 10:00, presso l’aula Mossa del Dipartimento di Giurisprudenza.
L’incontro sarà introdotto e coordinato dalla Prof.ssa Maria Antonietta Foddai. Le relatrici presenti saranno: la professoressa Annamaria Astrologo, dell’Università della Svizzera Italiana che terrà una relazione introduttiva dal titolo “La Giustizia Riparativa. Principi, modalità e ambiti applicativi”, la dottoressa Rebecca Girani, dell’Università di Bologna, tratterà la questione “La giustizia riparativa si può applicare ai reati ambientali?” e la dottoressa Chiarella, dell’Università di Sassari, interverrà sul tema “I tempi della Giustizia e il PNRR”.
L’evento è una delle attività del Progetto PON “Giustizia Smart: Strumenti e modelli per ottimizzare il lavoro dei giudici- Just Smart“.
Nascita e caratteristiche della giustizia riparativa
La giustizia riparativa nasce dai modelli sperimentali emersi in Nord America, alla fine degli anni ’80.
Si focalizza sull’analizzare il problema della giustizia penale orientata intorno a quattro punti principali. In primo luogo, si deve considerare il reato in termini “esperenziali”, ovvero come danno che riguarda direttamente, sotto aspetti morali, emotivi, relazionali, gli individui singoli o di un’intera comunità. In secondo luogo, si identifica l’autore del danno come obbligato a rimediale alle conseguenze che le sue azioni hanno recato. Osservando i bisogni e le esigenze mosse dalla vittima. In terzo luogo, la vittima deve avere un coinvolgimento attivo nella fase di risoluzione del problema. E con lei anche la comunità civile. In fine, si deve arrivare ad una soluzione concordata da ambedue le parti coinvolte.