Quali effetti ha avuto la pandemia Covid, e il lockdown in particolare, sulla sessualità e sulla fertilità?
Un recente studio ha analizzato il tasso di nascite dal gennaio 2018 alla prima metà del 2021 in 24 paesi europei. L’obbiettivo è quello di verificare se, come nelle precedenti pandemie del XX e XXI secolo, si sia registrato un decremento delle nascite circa 9-10 mesi dopo il picco di contagi.
Analisi dei dati
I risultati indicano che, al netto della stagionalità delle nascite, il mese di gennaio 2021 è stato l’unico mese con una differenza significativa nei nati vivi. È stato osservato un calo del -14,1% rispetto al numero medio di nati vivi a gennaio 2018 e 2019.
A livello nazionale, questo calo è stato osservato 9-10 mesi dopo i picchi epidemici in 13 paesi. La durata dei vari lockdown è stata la variabile che ha avuto l’associazione più forte con questo calo. Mentre l’avere un reddito pro capite più elevato potrebbero essere un fattore che limita questo calo. Al tempo stesso, similmente alle altre ondate pandemiche, un rimbalzo delle nascite rispetto agli anni precedenti si è verificato a marzo 2021 in 13 Paesi.
Perché, nonostante il confinamento sociale, si è incorsi in un numero nettamente inferiore di concepimenti?
La prima risposta è che probabilmente le persone hanno avuto una frequenza sessuale decisamente minore rispetto alla norma. Questo studio sulla popolazione italiana ha dimostrato che la vulnerabilità agli stressful life events ha avuto un forte impatto sulla frequenza e la funzionalità sessuale.
A farne le spese, a quanto pare, sono risultate più le donne. Chi ha temporaneamente o definitivamente perso il lavoro e chi ha vissuto il lockdown lontano dal o dalla partner. Allo stesso tempo, è emerso che avere un’adeguata frequenza sessuale aiuta a migliorare gli indicatori psicologici e relazionali.
Se questo è valido per la componente ricreativa della sessualità, possiamo ipotizzare che l’evento post-traumatico alla quale tutti siamo stati sottoposti abbia avuto un riverbero anche sulla fertilità. È noto, infatti, quanto la componente psicologica sia connessa alla capacità riproduttiva sia degli uomini che delle donne.