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Italia è il leader del riciclo in Europa nel 2022

Dal rapporto “Il Riciclo in Italia 2022” emergono dati molto incoraggianti. L’Italia ricicla più del 70% dei rifiuti. Raggiunto di 9 anni in anticipo il target europeo fissato al 2030.

Vino, cibo, arte. Ma anche calcio, automobili, moda. Tutti settori in cui il tricolore occupa posizioni di rilievo. Ma l’Italia non è solo questo. L’Italia è molto di più. E anche lì dove un tempo si navigava in acque torbide, con un po’ di volontà, è possibile trovare la rotta giusta da solcare. Questo è il caso dell’industria del riciclo italiana, che nel corso degli anni ha implementato le proprie strutture fino a diventare il modello di riferimento per gli altri Stati europei.

Ma non è sempre stato così. Nel 1994 in Italia era in corso una vera e propria emergenza rifiuti causata dalla saturazione delle discariche. Tre anni più tardi, nel 1997, attraverso il Decreto legislativo 5 febbraio 22/1997, meglio conosciuto come “Decreto Ronchi”, venne avviata una rivoluzione del sistema di gestione dei rifiuti senza precedenti.

Sono passati ormai 25 anni e non solo la crisi è stata superata, ma ci si è spinti oltre, compiendo ulteriori passi avanti che hanno reso l’Italia il leader in Europa nel riciclo dei rifiuti, la cui industria ha visto una crescita sempre più massiccia. La Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile ha ricordato l’excursus compiuto dalla Penisola, in occasione della Conferenza Nazionale dell’Industria del Riciclo “L’eccellenza del riciclo e le sfide future”. L’incontro ha visto la partecipazione di diverse realtà inserite nel mondo del riciclo, come Pianeta 2030 del Corriere della Sera, Conai (Consorzio nazionale imballaggi), Ispa (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), tutto svolto sotto il patrocinato del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Il Riciclo in Italia nel 2022

Grazie ai dati inseriti nel Rapporto ‘Il Riciclo in Italia 2022’ presentanti durante il convegno, è possibile inquadrare il grado di avanzamento svolto da tutto il settore. Nel 1997 la raccolta differenziata dei rifiuti urbani era solo del 9,4 % e l’80% dei rifiuti finiva in discarica. Nel 2020 invece la raccolta differenziata dei rifiuti urbani è arrivata al 63% e lo smaltimento in discarica è sceso al 20%. In passato, solo il 21% dei rifiuti industriali veniva riciclato e il 33% finiva in discarica. Oggi i rifiuti industriali che vengono riciclati sono più del 70% e solo il 6% viene smaltito in discarica.

L’industria del riciclo a livello nazionale conta oggi 4.800 imprese, 236.365 occupati ed è in grado di generare un valore aggiunto di 10,5 miliardi (aumentato del 31% dal 2010 al 2020). Il materiale che viene riciclato di più è il metallo, soprattutto l’acciaio, con i suoi 12milioni e 287mila tonnellate recuperate. Al secondo posto si piazza invece la carta e il cartone con 5 milioni e 213mila tonnellate. A seguire, con 2 milioni 287mila tonnellate, ci sono i pannelli di legno truciolare. altri 2 milioni e 229mila tonnellate sono invece di vetro riciclato. Infine, il compost raggiunge il milione e 734mila tonnellate mentre la plastica riciclata è sulle 972mila tonnellate.

Primi in Europa

Se si getta lo sguardo in una prospettiva più europea, nessun Paese dell’Unione ha ancora raggiunto questi livelli. L’Italia, nel 2020, ha riciclato il 72% di tutti i rifiuti, urbani e speciali-industriali. In Europa la media è del 53%. Il tasso di utilizzo di materiali riciclati sul totale dei materiali consumati è pari al 21,6%, mentre la media europea è del 12,8%. Anche per la gestione dei rifiuti d’imballaggio l’Italia è un’eccellenza europea del riciclo con più di 10,5 milioni di tonnellate avviate a riciclo, con un tasso pari al 73,3% nel 2021, superiore non solo al target europeo del 65% al 2025 ma, con 9 anni di anticipo, anche al target europeo del 70% al 2030.

Il Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Edo Ronchi, spiega come sia necessario sostenere questo settore soprattutto ora con i rincari del costo dell’energia:

“Il settore del riciclo, pilastro fondamentale di un’economia circolare. È strategico per non sprecare risorse preziose, per non riempire il Paese di discariche, per recuperare materiali utili all’economia e ridurre le emissioni di gas serra. Per questo in un momento di congiuntura economica negativa servono misure incisive per rafforzare la domanda di Mps, le materie prime seconde prodotte col riciclo ed interventi strutturali per affrontare il forte aumento dei costi dell’energia che per l’industria del riciclo costituiscono la quota maggiore dei costi di produzione”.

About Stefania Fanni

Ciao! Sono Stefania e studio scienze della comunicazione. Mi piace perdermi tra le pagine di un libro o in qualche sala cinematrografica. Il mio unico vero amore rimane comunque il disegno e sogno di diventare un'artista.

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