Il progetto europeo Talking hands insegna il linguaggio dei segni per includere la minoranza sordomuta alla società.
“Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”. Così diceva la volpe nel libro di Antoine de Saint-Exupéry: “Il piccolo principe”. E non le si può dare torto. Gli occhi, certe cose, come i sentimenti, non sono in grado di vederle. Ce ne sono altre invece che non solo sono in grado di vederle, ma bisogna far sì che siano anche in grado di capirle. A questa prospettiva mira il nuovo progetto europeo “Talking hands”, ovvero “parlare con le mani”. Lo scopo è quello di aumentare il numero di persone in Europa in grado di decifrare il linguaggio dei segni, così da poter permettere una maggiore inclusione a una minoranza della popolazione che spesso viene relegata ai margini della vita sociale e collettiva.
Insegnare la lingua dei segni
A visionare il progetto è stato Roberto Pili, Presidente Ierfop – Istituto Europeo Ricerca Formazione Orientamento Professionale di eccellenza per disabili ed emarginati -. L’iniziativa proposta dall’ente ha già coinvolto diversi Paesi dell’Unione come Croazia, Grecia, Polonia e Svezia. Il Presidente sottolinea come la lingua dei segni sia una risorsa sempre più necessaria nella società odierna, caratterizzata da un aumento dell’età della vita:
“La lingua dei segni può migliorare la qualità della vita ma anche salvarla se i sanitari di pronto soccorso potessero conoscere la lingua dei segni per assistere in urgenza il paziente sordo. In un contesto come quello Europeo, che vede un tasso di invecchiamento della popolazione che non ha eguali al mondo, vogliamo impegnarci per fornire strumenti, frutto delle migliori esperienze europee che possano aiutare a contenere gli effetti negativi delle disabilità sensoriali come la sordità”.
Anche il Vicepresidente Ierfop Cataldo Ibba ha voluto esprimere il proprio parere sul progetto, sottolineando come questa collaborazione permetta di sviluppare la Lingua dei segni in modo uniforme nei vari Paesi europei.
Talking hands
Ma in cosa consiste concretamente “Talking hands“? Il progetto prevede la registrazione di diverse lezioni nelle lingue dei segni dei Paesi partecipanti, suddivise in 7 argomenti concordati, per un totale di 196 lezioni. Ciascuna lezione verrà poi arricchita da un vocabolario e da esercizi di grammatica. In seguito, le lezioni verranno tradotte anche in altre lingue, tra cui l’inglese. Infine, verranno caricate sulla piattaforma on-line rendendole accessibili alle utenze che si connetteranno al sito.
Claudio Murtas, Consigliere del Cda Ierfop, precisa:
“Una grande occasione per affrontare il problema della comunicazione dei sordi perché introduce nuove possibilità che potranno essere condivise anche in altri paesi limitrofi”.