In Italia il 26% della popolazione femminile soffre di dolore pelvico cronico, una condizione invalidante che investe ogni aspetto della vita di una donna.
A peggiorare il quadro c’è la scarsa tempestività con cui questo problema viene intercettato e trattato correttamente: si stima che ben un paziente su tre non arrivi a una diagnosi e quindi non inizi un percorso di cure adatto. Per colmare questa lacuna, Consulcesi ha lanciato un nuovo corso di formazione Ecm dal titolo ‘Dolore pelvico cronico: un approccio multidisciplinare’.
Tra le motivazioni delle mancate diagnosi gioca un ruolo importante la scarsa formazione dei medici sull’argomento e, di conseguenza, lo scarso ricorso a un approccio multidisciplinare che, invece, è fondamentale per trattare efficacemente il dolore pelvico cronico.
Dietro il dolore pelvico cronico vi sono spesso una molteplicità di cause non ginecologiche: da quelle gastrointestinali a quelle muscolo-scheletriche, ma anche” fattori “psicosociali. Per questo è necessario un lavoro sinergico tra i vari specialisti della salute per gestire la malattia e ridurre il gravoso impatto di questa sulla qualità della vita dei pazienti.
A pagare le conseguenze della scarsa attenzione alle cause e ai trattamenti del dolore pelvico cronico non sono solo le pazienti. Se infatti la spesa sanitaria si aggira sui 3.500 euro/anno per paziente, ogni mese in Italia si perdono dai 3 ai 7 giorni lavorativi, per un costo indiretto di 4 miliardi di euro, ricorda Consulcesi in una nota.
Di fronte alla rapidità della ricerca scientifica che ogni giorno ci racconta di possibili nuovi trattamenti, come anche di cause e comorbidità associate. La formazione e l’aggiornamento continuo si rivelano ancora una volta i migliori alleati dei professionisti.