L’incendio è da considerare in Sardegna tra le cause principali di regressione del patrimonio forestale.
L’incendio è da considerare in Sardegna tra le cause principali di regressione del patrimonio forestale. Da sempre è stato un male endemico dell’Isola, frutto di pratiche colturali radicate sia nel mondo contadino che in quello pastorale appiccato ad esempio abitualmente dai pastori per ripulire i pascoli, per fertilizzare e migliorare i terreni.
In Sardegna, già dall’epoca, l’incendio fu considerato un delitto, e perseguito da precise norme. Nella Carta De Logu, ad esempio, son ben cinque i capitoli dedicati alla normativa sugli incendi.
Gli incendi, un disastro immane che continua a riperquotersi sulla biodiversità, distruggere interi ecosistemi, carbonizzare boschi secolari, sterminare migliaia di animali: dai mammiferi agli uccelli, dagli insetti agli anfibi e ai rettili. Enormi porzioni di paesaggio sono ormai irriconoscibili. Un disastro per l’agricoltura, la pastorizia e le migliaia di persone coinvolte. La Sardegna vive un grosso problema da questo punto di vista. Questi ci sono da sempre e la loro brutalità aumenta anno dopo anno. Questo perché se da una parte non si fa nulla a livello territoriale per ostacolarli, dall’altra il cambiamento climatico ne facilita lo scoppio e l’estensione.
L’ isola sta vivendo un lungo processo di svuotamento delle campagne e di conseguente abbandono delle stesse portando ad aiutare il propagarsi degli incendi. A questo si aggiunge un problema dal punto di vista dei soccorsi, con il personale che compie ogni anno lavori miracolosi ma che risulta sempre sottodimensionato o a corto di risorse.
Secondo il WWF dobbiamo smettere di pensare ai nostri boschi solo dopo che si verificano immani tragedie, con costosi interventi straordinari o emergenziali. È necessario investire sulla prevenzione attraverso una quotidiana gestione e cura del territorio. Appena terminata l’emergenza dovranno essere accertate le responsabilità e puniti i colpevoli e si dovranno adottare tutte le misure previste dalla legge per il ripristino dell’ambiente come il divieto di pascolo e di caccia.
L’altro punto principale riguarda comunque il clima. Con il passare del tempo la Sardegna diventa un terreno climaticamente fertile per gli incendi. Quest’anno si sta rivelando particolarmente duro per la siccità, le temperature sempre più bollenti aggiungono un ulteriore elemento decisivo e quello che ne deriva. Il cambiamento climatico sta velocizzando il processo di distruzione del territorio, mentre il territorio continua a non farsi trovare pronto.
Quello che va fatto oggi con le risorse a disposizione è adeguare il territorio all’emergenza endemica che sta vivendo, così da contenerne la portata. Siamo già dentro la catastrofe e sperare di farcela ogni anno passivamente non può essere la soluzione. Occorre piuttosto tornare a fare manutenzione, curare le campagne abbandonate, occorre insomma adeguare il contesto alle trasformazioni climatiche in corso. Altrimenti andrà ogni anno peggio, fino a un punto di non ritorno.