Ogni sardo spenderà 119 euro per i regali di Natale, quasi 40 euro in meno della media italiana, che si attesta sui 157 euro.
L’anno scorso il commercio dei regali di Natale ha risentito ancora degli effetti della pandemia. Quest’anno le famiglie e di conseguenza i commercianti devono fare i conti con il caro energia che fa lievitare le bollette. L’inflazione per di più ha messo alla prova il portafoglio dei sardi. Eppure nonostante le incertezze economiche ogni sardo durante queste feste natalizie spenderà in media circa 120 euro.
Per i regali è un dato più basso rispetto alla media italiana che invece è di 157 euro. Secondo un’indagine di Confcommercio in cima alla lista dei regali più diffusi si confermano i prodotti enogastronomici a seguire giocattoli, libri cartacei ed elettronici, abbigliamento e prodotti per la cura della persona. Tra i regali si registrano l’incremento maggiore rispetto all’anno scorso di prodotti per gli animali.
La propensione e la spesa sarà comunque inferiore al resto d’Italia con dati in generale non esaltanti. Per i negozianti però sarà l’occasione per avere un po di sollievo in attesa dei saldi invernali. I saldi inizieranno nell’isola il 5 gennaio con una buona notizia per i commercianti. Dopo il boom dell’online gli acquisti sembrano tornare a prendere porta anche nei negozi di quartiere così come sottolineato Confcommercio Sud Sardegna.
Solo il 42,3% dei sardi è propenso a fare i regali di natale, mentre i consumi medi da tredicesima scendono a 1.532 euro in termini reali, dai 1.680 del 2021, portandosi così sui livelli minimi da 15 anni. In Sardegna si arriva a 1165 euro.
Secondo i risultati di un’indagine sui consumi di Natale 2022 realizzata da Confcommercio-Imprese per l’Italia in collaborazione con Format research, in cima alla lista dei regali più diffusi si confermano i prodotti enogastronomici (70%), seguiti da giocattoli (49%), libri ed e-book (48%), abbigliamento (47%), prodotti per la cura della persona (41%).
Tra i regali che registrano l’incremento maggiore rispetto all’anno scorso si segnalano i prodotti per gli animali (+ 8,4%).