A teatro martedì 3 gennaio alle 21 ad Arzachena e da mercoledì 4 a domenica 8 gennaio a Cagliari “Il marito invisibile” di Edoardo Erba con Maria Amelia Monti e Marina Massironi
Martedì 3 gennaio alle 21 sarà presentato all’Auditorium di Arzachena. Da mercoledì 4 a domenica 8 gennaio alle 20.30 a Cagliari sarà in scena al Teatro Massimo “Il marito invisibile” di Edoardo Erba con Maria Amelia Monti e Marina Massironi. Oltre la scena ci sarà l’incontro con gli artisti. Giovedì 5 gennaio alle 18 nel Fuaié del Teatro Massimo di Cagliari Maria Amelia Monti e Marina Massironi, protagoniste de “Il Marito Invisibile” di Edoardo Erba incontrano il pubblico, coordina il giornalista Michele Pipia.
L’amore nell’era della realtà virtuale con “Il marito invisibile”, scoppiettante commedia scritta e diretta da Edoardo Erba. Sotto i riflettori sono Maria Amelia Monti e Marina Massironi nei ruoli di Fiamma e Lorella. Due amiche che dialogano a distanza, in un gioco di specchi tra ciò che accade sulla scena e gli schermi dei rispettivi cellulari. Durante una videochiamata, inaspettatamente Lorella rivela di essersi sposata. Una notizia sorprendente è data la sua proverbiale sfortuna con gli uomini. Assume però un carattere più inquietante quando si scopre che il marito in questione ha… se «non proprio un difetto, una particolarità: è invisibile».
Fiamma si preoccupa per la salute mentale dell’amica, teme che l’isolamento abbia causato danni irreparabili. Ma a sua volta si trova a fare i conti con l’attrazione fatale verso il mistero. Una pièce da teatro divertente per riflettere sul cambiamento nelle relazioni umane per effetto del lockdown e dell’uso delle nuove tecnologie, che permettono di comunicare in modo più facile ma stabiliscono una sorta di filtro tra verità e apparenza, in una sorta di illusoria intimità.
Una pièce intrigante e ricca di colpi di teatro, affidata alla verve e alla vis comica di due raffinate e brillanti interpreti. Due artiste di spicco della scena italiana sono conosciute e amate dal grande pubblico. Con scenografie di Luigi Ferrigno, costumi di Nunzia Russo, musiche di Massimiliano Gagliardi, disegno luci di Giuseppe D’Alterio e realizzazione video a cura di Davide Di Nardo e Leonardo Erba.
Tra i più interessanti e apprezzati drammaturghi italiani, il teatro Edoardo Erba (autore di testi di successo, tradotti e rappresentati anche all’estero, come “La notte di Picasso”, “Vizio di Famiglia”, “Déjàvu”, “Muratori”, “Utoya”, “Venditori”, “Animali nella nebbia” e “Trote”, accanto a “Margarita e il Gallo”, “Porco Selvatico”, “Tessuti Umani”, “Senza Hitler” e “Curva Cieca”, oltre alla celeberrima “Maratona di New York”) si confronta con la questione sempre attuale e controversa dell’uso (e abuso) degli strumenti informatici nella vita di ogni giorno.
Focus sulle relazioni umane e sui cambiamenti dettati dal ritmo frenetico dell’esistenza come dalle possibilità offerte dalle moderne tecnologie. La tecnologia permette di azzerare le distanze e comunicare “in tempo reale” (o quasi) con il mondo intero. Paradossalmente rendono più rari gli incontri e i confronti diretti. Così facendo si rende più significativa e preziosa l’emozione di un abbraccio, di uno scambio di sguardi, di un sorriso o una carezza.
La pièce a teatro indaga sulle trasformazioni culturali e sociali, dopo l’esperienza terribile e per molti devastante della pandemia. L’isolamento dei mesi del lockdown e i traumi e le paure suscitati dalla consapevolezza della propria e altrui fragilità oltre all’abitudine di affidarsi alle chat, ai messaggi e alle videochiamate, che nei periodo più drammatico delle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria hanno rappresentato l’unico legame con l’esterno, una fondamentale e irrinunciabile finestra sul mondo.
Quasi che la possibilità di rifugiarsi dietro uno schermo protettivo, al riparo dalle tempeste del cuore, rappresentasse ormai un’alternativa rassicurante rispetto alla possibilità di lasciarsi coinvolgere e mostrare la propria vulnerabilità, quindi potenzialmente anche essere delusi o feriti. In un intrigante gioco di specchi tra realtà virtuale e vita vissuta. Fiamma e Lorella, le protagoniste de “Il marito invisibile” continuano il loro dialogo (in)interrotto attraverso lo schermo. I loro smartphones diventano informantori sulle rispettive esistenze. Lo stato di salute e gli affetti, gli avvenimenti recenti e le novità si scambiano in confidenze e segreti. Come è naturale accada fra due amiche che si conoscono e si frequentano da lunga data.
“Il marito invisibile” attraverso la chiave dell’ironia mette in scena a teatro l’accento sulle mutazioni sottili che avvengono nelle nostre esistenze. Dunque la necessità prende coscienza e all’occorrenza stabilisce dei limiti affinché la realtà virtuale non invada totalmente lo spazio delle relazioni. Ci priviamo dei contatti diretti, tanto che perfino le storie d’amore iniziano (e finiscono) in chat. Come se volontariamente si scelga di rinunciare all’uso di tutti i cinque sensi, isolandosi in una sorta di “bolla”. È come accade alle due protagoniste, in una anticipazione di futuri possibili.