Prima Comunicazione ha chiuso il 2022 con un numero molto speciale, in uscita a gennaio nelle edicole e in versione digitale.
Prima Comunicazione ha chiuso il 2022 con un numero molto speciale, in uscita a gennaio nelle edicole e in versione digitale. NEXT AGCOM – IL FUTURO DELL’ITALIA DIGITALE, è il titolo della copertina di un lungo racconto che si sviluppa attraverso testimonianze e interviste utilizzando come filo conduttore cosa è successo nei primi 25 anni della storia dell’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, istituita nel 1997 con la legge 249, affrontando soprattutto cosa ci attende nella società segnata dalle tecnologie digitali.
Agcom è stata costituita per regolare proprio i mondi di cui si occupa Prima comunicazione, televisione, editoria, radio, piattaforme Internet, pubblicità, Tlc, e ultimamente sport. Per questo Prima ha ricostruito le tappe del suo passato, segnato dalla presenza di Silvio Berlusconi, proprietario di Mediaset. Si arriva così all’attualità della rivoluzione digitale oggi tema centrale per l’Autorità, in stretto rapporto con la commissione europea. Ruolo importante tanto più adesso che Bruxelles ha deciso di giocare duro con le big tech, Google, Facebook, Amazon, e tutti gli altri. Il parlamento europeo ha promosso e difeso la buona informazione con due provvedimenti. Il Digital Services Act regola i servizi che le grandi piattaforme offrono ai cittadini. Il Digital Markets Act invece disciplina la parità di accesso delle imprese al mercato digitale, a cui si affianca l’European Media Freedom.
“Quella che affrontammo allora fu proprio un’avventura, un entrare in una caverna sconosciuta” dice Enzo Cheli, primo presidente dell’Agcom, nell’intervista che apre il numero. “Ripensando oggi a quella data di 25 anni fa, in un quarto di secolo si è consumato un cambio di epoca per tutte le trasformazioni che la comunicazione ha avuto sul piano tecnologico, economico, culturale”.
Di come tutto è iniziato nel 1997 Prima pubblica anche la testimonianza di Nicola D’Angelo, oggi magistrato al Consiglio di Stato e professore universitario. All’epoca fu tra i giovani giuristi che collaboravano con il ministro delle Poste e Telecomunicazioni Antonio Maccanico. Seguì la messa a punto del progetto dell’Agcom, seguendo con il ministro lo svilupparsi della prima consigliatura di Cheli. Diventò lui stesso commissario nel periodo 2005-2012, con la presidenza di Calabrò.
“Tutto complicato dal Far West nel campo delle frequenze che per vent’anni ha contraddistinto il mondo della televisione italiana”, come racconta Antonio Sassano, presidente della Fondazione Bordoni.
Le frequenze sono il tema affrontato anche da Franco Siddi, presidente di Confindustria Radio Tv. Siddi spiega il perché del recentissimo passaggio al digitale, lo scorso 20 dicembre, alla nuova codifica Mperg4: “Che vuol dire una migliore qualità televisiva e recuperare spazio nella banda”.
“La sfida del mio settennato è la regolazione del digitale e dei grandi operatori di Internet” afferma invece il presidente di Agcom Giacomo Lasorella. Lasorella parla in un’intervista di “un’Autorità che ha competenze sulle reti e sui contenuti, quindi in grado di intervenire al meglio nella nuova economia digitale”. Appena nominato presidente di Erga, che organizza tutte le autorità europee sui media, Lasorella elenca i programmi in corso:“Stiamo attuando il Codice europeo delle comunicazioni elettroniche, la direttiva Servizi Media Audiovisivi e la direttiva Copyright”. Proprio sul Copyright c’è l’attenzione degli editori, che aspettano di vedersi riconoscere contributi dalle piattaforme che utilizzano le loro news. L’Agcom si è impegnata per esprimere un regolamento entro la metà di gennaio.
Sul fronte sportivo l’Agcom ha costretto Dazn a rispettare regole e i propri utenti. “Adesso il nostro obiettivo è di estendere questi criteri anche agli altri operatori dello streaming” annuncia Lasorella a Prima (Netflix, Prime, Disney).
Lo Speciale di Prima ricostruisce anche l’evoluzione e i cambiamenti nei settori toccati dalle decisioni dell’Agcom: il rapporto con i territori tramite i Corecom, le telecomunicazioni, a partire dalla privatizzazione di Telecom; la riorganizzazione delle Poste, l’informazione monitorata come valore democratico, la lotta alle fake news, l’editoria sempre più contaminata dal digitale e l’attenzione agli effetti dei social network; le posizioni dominanti in televisione; la par condicio; il controllo sulla pubblicità, la regolamentazione delle ricerche degli ascolti e il ruolo dell’Auditel, e infine come affrontare la sfida, anche attraverso il diritto d’autore, con i big tech, Google, Meta, Amazon, per citare i più noti.
Le storie sono basate su documentazioni e interviste con esperti di diverse epoche e diversi settori. I racconti dei testimoni storici e dei protagonisti dell’attualità, evidenziano la capacità di intercettare il futuro e le trasformazioni legate alle tecnologie e al digitale.
Ecco i nomi di chi ha partecipato scrivendo o essendo intervistato al numero speciale di Prima: i commissari dell’Agcom, Giacomo Lasorella, Laura Aria, Massimiliano Capitanio, Antonello Giacomelli, Elisa Giomi, e gli ex Enzo Cheli e Nicola D’Angelo; i rappresentanti dei Corecom Antonio Mazzeo e Marianna Sala; i super esperti di digitale e Tlc Roberto Viola e Antonio Sassano; i manager, Lorenzo Sassoli de Bianchi, Corrado Passera, Marinella Soldi, Massimo Beduschi, Federico Silvestri, Stefano Spadini, Roberto Sergio, Carlo Mandelli, Marco Girelli; i giornalisti: Filippo Ceccarelli, Giuseppe Giulietti e Franco Siddi; i politici Vincenzo Vita, Michele Anzaldi, Roberto Fico, Maurizio Gasparri, Federico Mollicone, Walter Verini.
E gli opinionisti di Prima: Mario Abis, Smile, Luca Josi, Andrea Barchiesi, Francesco Delzio, e Vittorio Veltroni.