I tempi, i problemi, i benefici e la riparazione del buco nello strato dell’ ozono secondo il rapporto dell’ Onu
Lo strato protettivo di ozono sta gradualmente riparando: a questi ritmi, il buco sopra l’Antartide si chiuderà entro 43 anni. E’ ciò che si apprende da un nuovo report delle Nazioni Unite, che analizza dal punto di vista scientifico il problema ogni quattro anni. Il risultato certificato a oltre 35 anni dalla sigla del protocollo di Montreal, dove 192 paesi furono d’accordo nella non produzione delle agenti chimici che danneggiassero l’ozonosfera dell’atmosfera terrestre. Questo strato è importantissimo per la nostra salute, perché difende la Terra da emissioni dannose che possono portare a danni come cancro della pelle, cataratta e a danneggiamenti alle coltivazioni.
Le previsioni riguardante questa situazione
Nel 2040 si dovrebbe avere a una quadro più stabile, mentre entro il 2045 lo strato di ozono sarà interamente ricreato sull’Artico. Possiamo prevedere che lo strato sull’Antartide si verifichi invece nel 2066. Tuttavia, secondo l’Onu, se è vero che il buco dell’ozono nelle fasce più alte della stratosfera sta facendo i suoi progressi , è necessario dire che nelle zone più basse non si sono avuti segnali di ripresa. Anche se ci si aspettavano un migliorie anche in questo ambito: segnali che ancora gli sforzi da fare non sono ultimati.
Che cosa è lo strato dell’ozono e la scoperta del buco in esso
La rinvenimento da parte degli esperti di un buco nello strato dell’ozono accadde nel 1985. Questo strato è una parte fine dell’atmosfera terrestre che però è importantissima perché assorbe la maggioranza delle emissioni ultraviolette che arrivano dal Sole
I possibili danni se lo strato non ci fosse
Se non fosse presente, le emissioni dannose potrebbero arrivare sulla superficie terrestre e dunque a noi, provocando danni sia all’essere umano sia ad ogni altra creatura sulla Terra, danneggiando il Dna o causando situazioni come il cancro della pelle. Le varie nazioni del globo hanno immediatamente attuato alcune contromisure contro questo importante problema ambientale. Innanzitutto si è deliberato di cessare l’uso di agenti chimici dannosi, come i colofluorocarburi, sostanze che erano presenti anche in vari elettrodomestici come i frigoriferi e i condizionatori d’aria. L’intesa ci fu due anni dopo, nel 1987, ed chiamato Protocollo di Montreal: l’hanno vidimato 46 Paesi. Negli anni seguenti si è proseguito ad adoperarsi in tal senso e circa il 99 per cento delle materie che hanno causato il depauperamento dello strato di ozono non si usano più.