Iniziativa ideata dal Sistema bibliotecario comunale di Cagliari
Fino a domani mercoledì 11 gennaio “Sant’Efisio dei bambini”, laboratorio di lettura organizzato tra le Biblioteche Montevecchio e Tuveri. Non solo anche dalla Mem, Mediateca del Mediterraneo, per ricordare la storia del Martire tanto amato dai cagliaritani.
L’iniziativa è ideata dal Sistema bibliotecario comunale di Cagliari che organizzerà dei laboratori di animazione alla lettura per bambini dai 4 ai 7 anni. Sarà un momento dedicato alle nostre tradizioni che offrirà ai più piccoli l’occasione di conoscere meglio la storia di Sant’Efisio. I laboratori sono gratuiti, ma sarà necessario la prenotazione, perché i posti sono limitati a 12 partecipanti per ogni appuntamento.
Solennità di Sant’Efisio Martire
Sarà fatto per ricordare la Solennità di Sant’Efisio Martire che si celebra il 15 gennaio. Giorno nel quale la Pro Loco Città di Cagliari in collaborazione con l’Associazione Memoriae Milites di Cagliari organizza la rievocazione storica del Martirio del Santo, con il Patrocinio dell’Amministrazione comunale. Si tratta di un evento aperto alla cittadinanza. Inoltre si terrà presso il cortile del Palazzo Civico di Cagliari, in via Roma dalle ore 17 di domenica 15 gennaio.
La rievocazione realizzata sulla base di un testo scritto da Antonino Fadda, cofondatore dell’Associazione Memoriae Milites, sarà messa in scena dai rievocatori dell’Associazione, con la partecipazione del Gruppo studentesco di rievocazione storica dell’Istituto di Istruzione Superiore Michele Giua e di alcuni componenti dei Cavalieri dell’Antica locanda al Castello di Cagliari.
Sant’Efisio era un martire cristiano sotto Diocleziano, venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Il suo culto è molto diffuso nel Sud della Sardegna, l’isola dove subì il martirio. Si arruolò nell’esercito imperiale e, di conseguenza, a combattere i cristiani perseguitati da Diocleziano. Venne a sapere che in Sardegna il paganesimo era ancora diffuso così andò nell’Isola a predicare. Da Cagliari scrisse addirittura una lettera all’imperatore invitandolo a convertirsi alla fede cristiana. Diocleziano, sbigottito, ordinò la sua condanna a morte. Fu imprigionato e crudelmente torturato. In quell’occasione ci fu un prodigio: le ferite si rimarginarono completamente e spontaneamente. La notizia fu diffusa presso la popolazione, generando una conversione di massa al cristianesimo. Infine fu messo a morte sul patibolo a Nora. Prima di morire invocò la protezione divina sul popolo sardo.