In tournée nell’Isola “Preziose Ridicole” da Molière con Benedicta Boccoli e Lorenza Mario nei ruoli delle due protagoniste
Le due artiste con affianco Stefano Artissunch che si occupa di adattamento e regia esplorano il Belpaese negli anni Quaranta Un gioco metateatrale in cui le “Preziose Ridicole” – nella versione originale due giovani provinciali attratte dal bel mondo parigino, vittime della malizia di due spasimanti respinti – diventano il simbolo della civiltà dell’apparire, nell’era dei social media, in cui ciascuno cerca di mostrarsi al meglio per conquistare il successo o anche solo pochi minuti di celebrità.
Tra verità e finzione, in un gioco di specchi fra vita e arte, Benedicta Boccoli e Lorenza Mario interpretano le “Preziose Ridicole” della celebre commedia di Molière, nella mise en scène firmata dall’attore e regista algherese Stefano Artissunch (che veste i panni del presentatore).
Le date e i luoghi dove si esibiranno le due showgirls
Il lavoro inserito nell’Italia degli Anni Quaranta, dove Caterina e Maddalena sono due showgirls molto considerate protagoniste di uno esibizione in stile “Café Chantant”, esordisce in prima regionale mercoledì 11 gennaio alle 21 al Teatro Comunale “Akinu Congia” di Sanluri, per approdare giovedì 12 gennaio alle 21 al Cine/Teatro “Olbia” di Olbia, venerdì 13 gennaio alle 21 al Padiglione Tamuli alle ex Caserme Mura di Macomer, sabato 14 gennaio alle 21 al Teatro del Carmine di Tempio Pausania e infine domenica 15 gennaio alle 21 al Teatro Civico di Alghero parla dellavicenda di Caterina e Maddalena, due soubrettes di avanspettacolo, molto ammirate e considerate, che si esibiscono in un varietà in stile “Café Chantant”
La storia si basa sulle vicende delle delle moderne eroine
Punto focale sono le vicende personali e la difficile professione delle due moderne “eroine”, che vogliono affermarsi grazie al loro genio e alla loro predisposizione. Oltre al fascino le artiste fascino conquistano le luci della ribalta e l’affetto degli spettatori . Le loro esibizioni sono apprezzate perchè gioiose e appassionanti , ma il confronto è aspro. Gli spettatori e gli addetti ai lavori si dimostrano spesso volubili, mentre sidiffonde sempre più lo stile del cinema, la decima musa, la nuova arte del Novecento.
Il lodevole lavoro di Artissunch
Nel trasportare la fortunata farsa di Moliere nella temperie culturale, politica e sociale di Roma, sullo sfondo dell’ ultimo conflitto mondiale, Stefano Artissunch fa leva di un meccanismo meta-teatrale. Questo mette a confronto le ambizioni di due ragazze provinciali, attratte dall’eleganza e dai fasti del bel mondo nella Parigi di Luigi XIV e i sogni di gloria di due soubrettes. La crudele beffa ordita da due spasimanti respinti, i quali si vendicano facendosi scherno delle due ingenue ragazze e del loro tentativo di imitare la ricercatezza del vestire e del parlare delle grandi dame, diventa l’inizio per una gioiosa parodia. Ciò mette in risalto il genio di Molière, brillante fautore di un teatro nuovo, con il superamento delle maschere e dei caratteri della Commedia dell’Arte.
Il lovedole lavoro di Artissunch
Nella sua versione delle “Preziose Ridicole”, Stefano Artissunch invece punta i riflettori sul luccicante mondo del varietà, per parlare della vita quotidiana, delle illusioni e del disincanto, i piccoli e grandi trionfi delle due artiste – come di tanti giovani e meno giovani venuti nella capitale e nelle grandi città con la speranza diarrivare il successo, ieri come oggi.
La bravura delle due artiste le canzoni del periodo e il confronto tra quello che siè quello che si mostra
Sotto i riflettori due artiste poliedriche e affermate showgirls come Benedicta Boccoli e Lorenza Mario prestano volto e voce a Caterina e Maddalena, in una pièce che alterna frammenti dello spettacolo e momenti “privati”. Un ideale viaggio dietro le quinte tra polvere di stelle e un pizzico di malinconia: una drammaturgia impreziosita da canzoni d’epoca, da “Milord” a “Ma L’Amore No”, “Maramao Perché Sei Morto” e “Amore Baciami, che compongono la colonna sonora di un quadro del Belpaese, per un omaggio a grandi letterati, da Molière, con “L’impromptu de Versailles”, a Louis Juvet. Tra parole e note, monologhi e dialoghi, indimenticabili melodie e danze seducenti, “Preziose Ridicole” pone l’accento sul dilemma tra l’essere e l’apparire, quanto mai attuale nell’epoca dei social media. In questo contesto cui ciascuno è chiamato a tenere una sorta di “diario in pubblico” e curare con attenzione e rigore la costruzione della propria “immagine”.
Le considerazioni iniziali di Stefano Artissunch
«Il preziosismo è stato un movimento sociale, morale e letterario della prima metà del XVII secolo» – ricorda Stefano Artissunch nelle sue Note di Regia: «stanche dell’impoverimento della lingua e dei costumi, le donne della nobiltà e dell’alta borghesia si incontravano nelle loro camere da letto, poi nei salotti, per parlare di letteratura, sentimenti e per condividere le loro produzioni letterarie».
Le figure di Catherine di Vivonne e di Madeline de Scudery
Tra i personaggi protagonisti di questa corrente, che ospita uno scenario protofemminista, come forma di riscatto contro le limitazioni imposte dal rango e dalle convenienze. Accanto a Catherine de Vivonne marchesa de Rambouillet, fautrice di uno dei primi salotti letterari, la scrittrice Madeleine de Scudéry, nota con il soprannome di Saffo, promotrice di avvenimenti raffinati e discussioni colte frequentate da noti letterati e filosofi come Charles de Sainte-Maure, duca di Montausier; François de La Rochefoucauld; Madame de La Fayette e Marie de Rabutin-Chantal, marchesa de Sévigné; Valentin Conrart; Jean Chapelain, accanto allo storico Paul Pellisson e al ministro Simon Arnauld de Pomponne.
I due confronti eseguiti dal regista
Nelle sue “Preziose Ridicole“, Stefano Artissunch compara « il focus del preziosismo che oggi definirei “la ricerca ossessiva dell’essere alla moda”, ma anche con la genesi del ridicolo in teatro; nonostante il titolo, questa ridicolaggine non è circoscritta al genere femminile ma riguarda anche tutti coloro che provano a “farne parte”, quindi Mascarillo, Jodelet e in qualche modo anche Gorgibus».
Opera interessante e coinvolgente con uno sguardo ali anni dolorosi del Dopoguerra
Tutta l’ incredibile “leggerezza” del varietà e la verve delle due soubrettes fanno di “Preziose Ridicole” una commedia brillante e godibile in cui – si afferma nella presentazione – «si indica una riflessione critica su un periodo arduo dell’Italia negli anni del secondo conflitto mondiale, con una società anestetizzata dalla propaganda che non si accorge che qualcosa di tremendo è alle porte». Nel contrasto tra la drammaticità di quel che succede fuori e la vivacità di uno spettacolo d’intrattenimento, si rinnova la magia del palcoscenico. In questa vicenda è possibile abbandonare per un attimo problemi e preoccupazioni e lasciarsi ammaliare da una performance maliziosa e divertente, ma anche struggente o poetica.
Le ulteriori riflessioni del regista sul progetto
«La messa in scena si allinea con il testo di Molière» – afferma Stefano Artissunch: «il Prezioso è Lo Spettacolo, “Lo Show” dove comici e cantanti provinciali lottano per essere all’altezza delle proprie ambizioni. Si vuole per mostrare il sogno che li abita. Gli attori della vicenda sono tutti perdenti e fanno tenerezza per la smania di rimanere empatici con i personaggi che portano in scena. Questa loro ostentata empatia li conduce in realtà in una dimensione drammatica-ridicola per loro ma molto divertente per il pubblico. Essi ridono della situazione insostenibile e della sua risoluzione. Come non cogliere in tutto ciò il parallelismo con la nostra società dove i social network offrono a tutti l’opportunità e l’illusione di essere al centro di un mondo, suscitando un interesse sia pur fugace e delle reazioni senza i quali “non esisterebbero”».
Le considerazioni finali di Stefano Artissunch
«Una società delle apparenze» – conclude il regista – «dove “le persone di qualità sanno tutto senza aver mai imparato nulla”. Perciò credono di sapere ed è questo l’errore. Caterina e Maddalena attraverso il voler essere artiste esprimono il legittimo desiderio di emancipazione .Il pubblico, come spettatore di un reality-show, prova affetto per queste ragazze animate dal desiderio di apparire per esistere ma comunque profondamente fragili, umane. Esse sono sempre alla ricerca di conferme-riconoscimenti, perché vittime delle loro personalità non delineate».
Una secentesca diventa così il “pretesto” per un moderno divertissement, un travolgente gioco metateatrale .Quindi una riflessione sul ruolo degli artisti, sul “sacro fuoco” che li anima. La passione e l’entusiasmo oltre al coraggio e alla determinazione necessari per intraprendere una carriera nel mondo dello showbiz, alla corte del Re Sole .Tutto questo come nella Roma della prima metà del Novecento o alle soglie del Terzo Millennio, sugli “obblighi” della civiltà dell’immagine come sul rapporto fra teatro e società.