Crescono le imprese attive nel terzo trimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo di un anno fa e cresce l’export di prodotti alimentari.
Questo è l’esito finale che si evince dall’analisi dai dati elaborati dall’Ufficio regionale di statistica su fonte Movimprese – Unioncamere.
Nel terzo trimestre dell’anno il numero delle imprese attive, pari a 146.141, è in leggero miglioramento (+0,7%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (145.192 attività in esercizio), dato che già segnava un netto miglioramento rispetto al terzo trimestre del 2020, anno Covid, quando l’asticella si era fermata a 143.822 imprese attive. Sono numeri in controtendenza rispetto al dato italiano (-1,1%).
La capacità di reazione dell’economia sarda all’indomani della pandemia è anche misurata dai segnali che arrivano sul fronte del commercio estero nel 2022 (elaborazione Ufficio regionale di statistica su dati Istat – Coeweb, statistiche sul commercio estero), il cui andamento su base tendenziale sebbene dipenda prevalentemente dall’import- export dei prodotti petroliferi (che occupa una fetta pari all’86% dei volumi complessivi esportati e del 75% di quelli importati) risulta positivo anche in relazione ad altri settori più legati all’economia locale.
I settori in aumento
Nel dettaglio, guardando all’incidenza del valore delle esportazioni della Sardegna “non oil” – al netto quindi di petrolio, gas, coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio – nel periodo che va da gennaio a settembre 2022 i primi due settori che hanno il maggior peso relativo, ovvero i prodotti chimici (21% del totale “non oil”) e l’alimentare (17% del totale “non oil”), crescono rispettivamente del 13% e dell’8,2% rispetto allo stesso periodo del 2021.
Il governatore Christian Solinas afferma: “Il Pil sardo che nel 2021 torna ad aumentare dopo il crollo del 2020, i dati incoraggianti sull’export registrati nel 2022 che dimostrano la movimentazione delle merci dalla Sardegna i dati testimoniano la capacità del sistema di riprendersi parte delle quote di mercato che la pandemia aveva penalizzato e in qualche caso ridimensionato”.