Nei teatri sardi "Persone Naturali e Strafottenti" di Patroni Griffi

Nei teatri sardi “Persone Naturali e Strafottenti” di Patroni Griffi

Gli attori che partecipano all’opera

In tournée nell’Isola “Persone Naturali e Strafottenti” di Giuseppe Patroni Griffi. Principale personaggio sulla scena nel ruolo che fu di Pupella Maggio con Marisa Laurito. Al suo fianco Giancarlo Nicoletti (sua la regia), Giovanni Anzaldo e Livio Beshir che propongono un vivido affresco della società.

La notte di Capodanno

Quattro solitudini si incrociano in una notte di Capodanno a Napoli tra amarezza e desiderio, rabbia e disincanto con la “scandalosa” pièce, una commedia “nera”, caustica e dissacrante per la Stagione de La Grande Prosa 2022-2023

Lo spettacolo è l’intrecciarsi di quattro vite

L’opera rivela attraverso l’intrecciarsi di quattro destini, quattro vite ai margini, il volto segreto di una città multiforme e stratificata, una città dei nostri tempi in cui si uniscono passato, presente e futuro,

I teatri in cui si svolgeranno gli spettacoli di Patroni Griffi

Gli spettacoli inizieranno giovedì 19 gennaio alle 20.30 al Teatro Bocheteatro di Nuoro, venerdì 20 gennaio alle 21 al Padiglione Tamuli delle ex Caserme Mura di Macomer, sabato 21 gennaio alle 21 al Teatro del Carmine di Tempio Pausania e domenica 22 gennaio alle 21 al Teatro “Tonio Dei” di Lanusei.

Viaggio tra apprensioni e ottimismo

Viaggio tra le inquietudini e le speranze di un’umanità alla deriva, tra rabbia e disincanto. La dolceamara commedia ambientata in una notte di Capodanno a Napoli, tra situazioni grottesche e surreali. Esse scaturiscono dall’incontro tra i protagonisti, diversissimi ma in qualche modo complementari. Spaccati di vita, storie estreme, confessioni di anime lacerate e confuse raccontate con feroce ironia e una punta di spietato cinismo. Una scrittura intrigante e ricca di colpi di scena. Un equilibrio tra la comicità arguta e a tratti farsesca di Eduardo De Filippo e il crudo realismo e la dimensione onirica dei testi di Annibale Ruccello.

Le maestranze il personale tecnico e non dell’ opera portata in scena

“Persone Naturali e Strafottenti” – con costumi di Giulia Pagliarulo e disegno luci di Daniele Manenti, Make Up Artist Vincenzo Verdesca. Inoltre abbiamo la direttrice di scena Claudia Tagliaferro, aiuto-regia Giuditta Vasile (produzione Altra Scena e distribuzione Stefano Pironti – Chiediscena) –

Il paesaggio urbano e la vita delle creature della notte

L’opera rileva un paesaggio cittadino ben diverso dalla tradizionale immagine da cartolina, mettendo l’accento sulle esistenze travagliate di creature “notturne”, donne e uomini, travestiti o trans, prostitute e omosessuali. Essi sono simboli di un amore “proibito”, tra odio e rancore, voglia di riscatto, illusioni perdute e desideri irrealizzabili. Tra l’euforia dei festeggiamenti e i buoni propositi per l’avvenire, in un appartamento si consumano i rituali domestici di una convivenza difficile. L’ennesima lite tra la padrona di casa, Donna Violante, ex serva in un bordello e il travestito Mariacallàs, figura chiave della vicenda intorno a cui ruotano gli altri personaggi. Fred, uno studente gay alla ricerca della sua identità. Byron, uno scrittore nero che vorrebbe distruggere il mondo per vendicare le antiche umiliazioni. Creature stravaganti, piene di passione e un po’ sopra le righe. Costoro incarnano l’anima più nascosta, ma non per questo meno autentica, della città. Le loro esistenze sono segnate dalla paura e dal dolore, dalla necessità di difendersi e lottare, giorno dopo giorno, per non soccombere. Un tentativo spesso vano di uscire dall’ombra e compiere una sorta di ascesa sociale, per conquistare del proprio posto nel mondo.

La modernità dello spettacolo di Patroni Griffi

Tra piecé più “scandalose” e dibattute ma anche di maggior qualità del drammaturgo regista e scrittore napoletano. “Persone Naturali e Strafottenti” unisce la modernità del linguaggio. Esso a tratti irriverente e corrosivo, fa notare l’ importanza e attualità dei temi trattati – come l’integrazione culturale e sociale e l’attraversamento dei pregiudizi, l’accettazione della diversità e la necessità di essere se stessi. Un luogo neutro e ben delimitato – un appartamento urbano – diviene la scena di tensioni e contrati “ideologici”. In cui politici tra individui mossi da pulsioni differenti, dalla rivendicazione di una qualche “rispettabilità” alle necessità imposte dalla “mestiere”, in questo caso il “mestiere più antico del mondo”, alla “fame” di corpi per sfogare nell’amplesso con uno sconosciuto l’ansia di trasgressione e forse ancora di più la libertà di seguire le proprie inclinazioni, senza più doversi nascondere, ma anche la volontà di affermare in un ribaltamento di ruoli la propria indignazione, contro millenni di sopraffazioni e abusi.

Il contenuto presente nella presentazione dell’evento

Quattro “Persone Naturali e Strafottenti” – si indica nella presentazione – «per un gioco del destino divideranno la loro solitudine con quella degli altri, mentre fuori la città saluta il nuovo anno, fra accese discussioni, recriminazioni, desideri repressi, liti e violenze sessuali».

Le performance degli artisti che prendono parte all’ opera

In scena una esperta e valida Marisa Laurito, che mette in grande risalto l’anima popolare ma anche la strana fierezza, quasi supponente di Donna Violante (dopo le fortunate interpretazioni di Pupella Maggio e Angela Pagano). Giancarlo Nicoletti invece presta corpo e voce a Maria Callàs, icona di quei mondi sotterranei che a Napoli godono di una particolare protezione e accoglienza. Giovanni Anzaldo (già Premio Ubu 2010) e Livio Beshir ricoprono i ruoli rispettivamente dell’indeciso Fred e di Byron, che porta sulla sua pelle le offese e il dolore di secoli, tutti e due ricercando l’eccitazione di una notte.

Le molteplici sfaccettature dello spettacolo in esame

Un cast importante e nello stesso tempo non ordinario. Un’opera che sconvolge i canoni della rappresentazione, pur conservando l’unità aristotelica di tempo e spazio. Portando alla ribalta la miseria e la desolazione, ma anche il coraggio e la determinazione, la fragilità e l’audacia, di alcuni esemplari metropolitani. Ciascuno apparentemente corazzato contro le avversità, ma tutti pur sempre vulnerabili, in balia degli eventi, degli istinti più che della ragione, feriti nel corpo e nell’anima, aspri fino alla cattiveria, privati di tutto ma non della compassione.

Il giudizio di uno dei più importanti critici su uno dei più noti giornali italiani

Nel giudizio di Franco Cordelli, che sul Corriere della Sera mette in evidenza «La rivincita di Patroni Griffi, quarant’anni dopo», affiora tutta il patrimonio di tonalità e di vivacità della commedia. Scritta nel 1973 e ancora in grado di catturare gli spettatori: «… di noioso non c’è nulla, non c’è che uno scoppiettante e continuo scambio di battute feroci, di giudizi lapidari di ogni personaggio verso gli altri e verso il mondo, di fuoriuscite d’anima. Ma “Persone naturali e strafottenti, come si vede nella leggerezza della regia di Nicoletti, non consiste di queste battute. Consiste della sua struttura del tutto inedita nel dramma borghese: una struttura aperta, senza linee di svolgimento verso una o altra direzione, arresa alla sua “naturale” libertà di sviluppo e di linguaggio.
Vi è in Patroni Griffi una spudoratezza che conserva intatta la sua forza. Vi è la strafottenza del titolo, che si tocca con mano non solo nei dialoghi, ma anche nei fatti. E’ presente quel dolore di fondo, buio a sé stesso, riservato, e solo alla fine manifesto: è il palmo della mano che Violante aveva dischiuso per ricevere denaro da Byron e che, dopo averlo rifiutato, mantiene aperto — quello straziante palmo della mano tesa in avanti per ricevere qualcosa che in quella travagliata notte di Capodanno non si può ricevere».

Il pensiero di Giancarlo Nicoletti

Scrive Giancarlo Nicoletti nelle note di regia: «C’è, in questo testo del 1973, un sottobosco di attualità tangibile e una poetica di fondo così lucida e disincantata. Questo porta a farne a tutti gli effetti un testo ancora fortemente contemporaneo, e perciò di teatro necessario. Emarginazione, violenza, distanze socio-culturali, violenza sessuale e psicologica, la ricerca continua di un altro che non esiste. La drammaturgia di Patroni Griffi è cruda e ironica, scandalosa e poetica, verbosa e visionaria.
Ne viene fuori una tragicommedia dal sapore post-eduardiano e pre-ruccelliano, col respiro di un periodare socio – poetico. Cinismi, grettezze e turpiloqui restituiscono lo squarcio di un’altra Napoli – non più la cartolina buona per i turisti, ma tutta la sbordante umanità di un “vascìo.Questo diventa, immediatamente, un altro mondo, un’altra realtà, una dimensione fuori dal tempo e dallo spazio.
Un non luogo dove, fra la comicità e il grottesco, si discute – immensamente e inconsciamente – del mondo, degli esseri umani, del sesso e della razza…
Da questo sudore di corpi costretti coattivamente alla ricerca della propria felicità o del proprio illusorio, riscatto, entro le mura di uno spazio vitale / non vitale. L’intuizione di farne uno spettacolo concreto, dal gusto e sapore quasi cinematografico, che si serva della realtà per declinarla in astrazione. Deve essere un’esperienza di teatro diretto, e non filtrato dalla convenzionalità rappresentativa. Con il fine ultimo di mettersi accanto all’autore, e non davanti, in un rapporto di dialettica e relazione. Traducendo, declinandola nel contemporaneo, una drammaturgia così sofisticata e imponente, e troppo spesso sottovalutata».

About Giorgio Saitz

Appassionato di calcio a livello enciclopedico con la passione per l'economia e la giurisprudenza

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