‘Chi vive in povertà corre un maggiore rischio di soffrire di disturbi psicologici che colpiscono anche chi si impoverisce a causa di rovesci finanziari o per la crisi economica’.
“L’ansia e la depressione non sono “malattie del benessere”, al contrario, chi vive in povertà corre un maggiore rischio di soffrire di disturbi psicologici che colpiscono anche chi si impoverisce a causa di rovesci finanziari o per la crisi economica.” Queste sono le affermazioni della Dottoressa Adelia Lucattini, evidenziando i dati delle situazioni delle famiglie italiane in seguito alla crisi economica e le annesse ripercussioni psicologiche.
La psicoanalista sostiene
Sono i bambini, gli adolescenti e gli anziani a incombere nella depressione o nell’ansia in seguito a situazioni di vita difficili, perdita o mancanza del lavoro. Nonostante si debba tenere a mente che si possono avere reazioni gravi a queste tragedie anche negli uomini adulti. Basti pensare al numero di suicidi tra gli imprenditori.
Due tipi di depressione e due diverse matrici
La depressione maggiore ha una componente costituzionale e familiare, mentre la depressione reattiva è causata dalle avversità e dai traumi subiti. Nessuna delle due depressioni è immune dalle situazioni difficili in cui siamo immersi. Per esempio, la povertà non è una condizione facilmente risolvibile, tende a protrarsi nel tempo. Questa condizione mette a rischio la salute psicofisica anche delle generazioni future, i suoi effetti negativi si protraggono per generazioni.
Il mancato accesso alle cure
Partendo dal presupposto che chi è povero non può avere accesso alle cure, vi è anche da considerare quanto sia disposto a farsi curare. Tra le persone povere c’è un maggior rischio di non riconoscere i propri disturbi psicologici. Si ha vergogna di stare male e non viene contemplata l’idea di poter essere curati. Anche la visione sociale gioca un ruolo fondamentale nella percezione dei disturbi psicologici. Molto spesso chi soffre di depressione, ansia o di una malattia mentale viene individuato come pericoloso dalla società. Vi è anche da considerare che le persone socialmente svantaggiate sono maggiormente esposte a violenza sociale e a fenomeni criminali. Bambini e adolescenti hanno un accesso ridotto all’istruzione.
La povertà culturale figlia della povertà economica
La povertà culturale non consente di essere informati su un dato argomento. Per questo può capitare che alcune persone ricorrano a “cure” basate su credenze antiche (santoni, chiromanti, maghi, ecc.), senza consultare un medico. Alcuni non sono a conoscenza dell’esistenza della psicoanalisi e, se la conoscono, credono che sia qualcos’altro. C’è una sfiducia generale data dall’avversione che i regimi dittatoriali europei del Novecento avevano manifestato nei confronti della psicoanalisi.
Il contrasto alla povertà impatta positivamente sulla salute mentale
La lotta alla povertà e, quindi, gli investimenti statali a favore dell’occupazione e dei sussidi hanno riducono le percentuali di persone affette da depressione, ansia e altri disturbi psicologici. Questi hanno un impatto a breve e a lungo termine. L’abbandono scolastico diminuisce, migliora l’ambiente familiare e il contesto sociale. È comunque fondamentale rendere la psicoterapia e la psicoanalisi accessibile a tutti. Ci protegge, in larga scala, da disturbi psicologici e annesse malattie fisiche.
Adelia Lucattini riporta le parole di Papa Francesco
Papa Francesco ha sottolineato spesso l’importanza del lavoro. “Per combattere la povertà occorre creare posti di lavoro”. “Un numero rilevante di persone e famiglie che abitano in diversi quartieri della città di Roma, non solo le periferie, è gravato da pesanti difficoltà economiche, sociali, psicologiche e sanitarie. L’invecchiamento della popolazione, la crisi demografica, la presenza di persone senza fissa dimora, sono conseguenza di scelte poco avvedute oltre che sintomo delle fatiche e delle incertezze del nostro tempo”. Bergoglio sprona “i cristiani di Roma, in particolare coloro ai quali sono affidati incarichi e responsabilità pastorali, siano consapevoli di dover svolgere la loro missione in un contesto nel quale molte persone si trovano a vivere situazioni di grande sofferenze.”