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Al liceo artistico di Cagliari la testimonianza di Antonio Brundu

La guerra porta solo morte e distruzione”. All’assemblea del liceo artistico di Cagliari la testimonianza dell’aviere di 104 anni Antonio Brundu (nato il 12 marzo 1918), scampato per miracolo al bombardamento del 31 marzo 1943.

Oltre duecento studenti del liceo artistico “Foiso Fois” di Cagliari, riuniti in assemblea, nell’ambito delle iniziative portate avanti dall’istituto in occasione della Giornata della Memoria, 27 gennaio 2023, hanno ascoltato la testimonianza dell’aviere ex combattente Antonio Brundu, originario di Perdasdefogu, scampato per miracolo dallo spezzonamento aereo americano del 31 marzo 1943 (bombardamento con impiego di spezzoni: lo spezzone è un’arma esplodente costituita da un pezzo di tubo di ferro, ghisa o acciaio riempito con polvere da sparo e munito di miccia usato in passato come bomba di basso costo e di facile produzione).

Per oltre due ore gli studenti sono rimasti ad ascoltare la testimonianza dell’ultracentenario, nato il 12 marzo 1918 che ha condannato con fermezza il ricorso alle armi e alla guerra.

Antonio Brundu racconta al Liceo Artistico

“Sono arrivato – racconta Antonio Brundu all’aeroporto di Monserrato, come aviere di leva, nel mese di ottobre del 1939 e fui assegnato al 155esimo Deposito Macchine. Che gestiva il parco macchine per tutti gli aeroporti militari della Sardegna.

Mi sono salvato per miracolo dallo spezzonamento aereo americano del 31 marzo 1943. Quel giorno lavoravo alla mensa sottufficiali, sita presso i locali del Circolo Sant’Ambrogio, requisito durante la guerra dalla regia Aviazione, ma il giorno non stavo bene ed ebbi il permesso di andare a casa.

Tutta la famiglia era sfollata a Perdasdefogu e perciò ero solo in casa di mio suocero. Salì nella camera da letto che stava al 1° piano e mi misi a letto per riposare, ma la sirena dell’allarme aereo mi costrinse ad alzarmi e scesi in cortile.

Intanto, dalla strada arrivavano delle voci concitate delle persone che scappavano verso la campagna e così anche io seguì la folla.

Quando lo spezzonamento finì e tornai in casa, vidi che uno spezzone cadde proprio nella stanza dove stavo riposando, se fossi rimasto lì sarei morto di sicuro, così come sono morti i miei vicini di casa Simone Manca e Afixeddu Aresu. Nel vicinato di via Cicerone morino tante persone.

Ancora oggi non capisco il perché i capi delle grandi potenze dell’Europa, della Russia e degli Stati Uniti d’America non si siedano intorno ad un tavolo per fermare la guerra.

La guerra porta solo morte e distruzione ed è una via senza ritorno. Mi rivolgo a voi giovani affinché coltiviate il sentimento e l’ideale della pace”.

Incontro organizzato dai rappresentanti degli studenti dell’istituto del Liceo Artistico

Così l’incontro, fortemente voluto dalla Dirigente Scolastica Professoressa Nicoletta Rossi e organizzato dai rappresentanti degli studenti dell’istituto, in collaborazione con il presidente della sezione di Monserrato dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, Gianfranco Vacca e con il professor Gian Luigi Pittau, ha permesso alle nuove generazioni di capire la drammaticità della guerra e in particolare del secondo conflitto mondiale.

Antonio Brundu, accompagnato a scuola dal nipote Antonio Atzeni, parla agli studenti con la voce rotta dall’emozione e con la forza di un grande testimone dell’orrore della guerra e dei bombardamenti in cui perse la vita uno dei figli: “Passeggiando per Monserrato conobbi una bella ragazza, Gemma, figlia di Luigi Tidu e Picciau Antonietta. Con Gemma fu amore a prima vista, ci sposammo il 19 ottobre 1940 e prendemmo una casa in affitto in via S. Francesco, dove nacque il nostro primo figlio.

Il bombardamento a Monserrato

Nel 1943, prima dello spezzonamento del 31 marzo, a Monserrato cadde una grossa bomba verso l’argine de s’arriu Saliu (via Porto Botte). Lo spostamento d’aria riuscì ad aprire una porta chiusa con un passante e per il grande spavento morì mio figlio e nessuno se ne rese conto.

Anche mio genero, Remigio Atzeni, che sfortunatamente perse il padre Antonio durante il bombardamento Cagliari del 26 febbraio 1943 (era di pomeriggio e stava lavorando come muratore in via Maddalena), ricorda benissimo quel giorno perché l’aereo cadde proprio ad un passo dalla vicina scuola elementare ed egli era in classe come tutti gli altri bambini.

Se l’aereo fosse caduto sulla scuola avrebbe ucciso tanti bambini. Magari il pilota non si lanciò col paracadute proprio per evitare che l’aereo cadesse sulla scuola”.

Così studenti, docenti, insieme all’ultracentenario Antonio Brundu si sono riuniti per ribadire un secco no a ogni tipo di guerra che porta solo morte, dolore e distruzione.

About Giulia Marongiu

Sono una studentessa universitaria del corso di studi Beni culturali indirizzo storico-artistico. Appassionata di arte e cultura.

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