Una straordinaria testimonianza lasciataci da Walter Lazzaro, pittore sopravvissuto ai campi di concentramento.
Da giovedì 27 gennaio a Quartu si inaugura la mostra di Walter Lazzaro per il Giorno della Memoria. La mostra “Io. Solo un numero“ si concentra su una raccolta di 40 disegni realizzati all’interno del campo di Biala Podlaska in Polonia.
La mostra è voluta dall’Assessorato alla Cultura in collaborazione con il Consorzio Camù è organizzata dall’Associazione Perlate di Walter Marchionni. Le sue opere saranno visitabili al Convento dei Cappuccini fino al 28 febbraio.
In questa prima mostra personale postuma di Walter Lazzaro a Quartu sono state riunite insieme i disegni realizzati tra il 1943 e il 1944, nel campo di concentramento di Biala Podlaska. La mostra è indicativa della trasformazione stilistica del pittore, diretta conseguenza delle sue esperienze di vita. Dai toni caldi e accesi, dall’equilibrata corrispondenza di colori-luce e colori-ombra degli anni ’30 si passa attraverso la disperazione della guerra per arrivare all’ultimo periodo dove l’impegno ad approfondire sempre di più il rapporto tra immagine e risoluzione tonale segnerà il definitivo approdo a quell’impianto strutturale che sarà definito come “poetica del silenzio”.
Il commento del Prof. Pellegrini
“Con le sue opere ci aiuta a ricordare questo dramma: Walter Lazzaro – ha spiegato Prof. Pellegrini – rifugge dalla rappresentazione degli aspetti più raccapriccianti della vita nei campi, la sua denuncia si concentra sulla descrizione degli spazi e dei volti. La cifra della sua opera sono i ritratti, riaffermando in ciò con ostinazione il primato dell’umanità che l’orrore dei campi intendeva cancellare per sempre. E’ questa umanità che salva Lazzaro e che restituisce dignità alla memoria di quei volti. Un umanesimo profondo che l’artista italiano proclama come vera e propria bandiera della Memoria”
Ed è proprio questo il messaggio che Walter Lazzaro vuole comunicare attraverso le sue opere: silenzio inteso come meditazione, contemplazione solitaria di ogni particolare, anche insignificante. Il colore diventa più morbido, addirittura vicino al materico, ma soprattutto inizia una riduzione del soggetto dipinto che viene posto al centro del quadro e intorno si sviluppa nelle sue linee essenziali. Attraverso le figure Lazzaro diventa pittore dell’esistenza e della solitudine di una condizione da cui non si può prescindere.