Due giovani un destino
Il 23 settembre a Napoli non è un giorno qualunque, è il giorno in cui si ricordano due giovani che hanno dato la vita in nome della libertà.
La libertà di parola, la libertà di dire la verità, la libertà di non piegarsi al regime che sottomette i più deboli.
Vengono chiamati eroi, ma gli eroi troppo spesso vengono dimenticati o ricordati solo il giorno della commemorazione, invece noi vogliamo parlare di Salvo D’Acquisto e Giancarlo Siani come di due ragazzi che consapevolmente hanno scelto di far parte della storia.
Sembra incredibile che il destino unisca proprio nello stesso giorno due persone cosi importanti per la storia di Napoli, e che sono di esempio per tutti noi.
La storia delle loro vite spezzate si intreccia con la storia del nostro paese, entrambi infatti hanno combattuto a distanza di 40 anni una “guerra” contro i soprusi, le ingiustizie e la violenza.
La storia di Salvo D’Acquisto
Salvo D’Acquisto, nato a Napoli nel 1920 aveva 23 anni quando quel 23 Settembre 1943 ha scelto consapevolmente di dare la sua vita in cambio di 23 prigionieri.
Un ragazzo come tanti all’epoca, arruolato in nome della libertà del suo paese, sicuramente il più coraggioso di tutti, amava la vita e credeva che la libertà fosse il valore più prezioso per un uomo.
Siamo nel 1943 a torre Palidoro vicino Fiumicino, un luogo vicino alla caserma di Torrimpietra dove in quel momento era in servizio il vicebrigadiere Salvo d’Acquisto, inviato li dopo essere stato ferito a Tripoli e dopo aver superato la febbre malarica.
23 Settembre 1943
Mentre in tutta Italia si resisteva contro i nazisti che solo poche settimane prima erano gli alleati, mentre nella sua Napoli si stavano combattendo le famose 4 Giornate della Resistenza, Salvo d’Acquisto si trova a difendere quelle 23 persone incluso un bambino dai rastrellamenti, che li accusavano ingiustamente di aver fatto esplodere casse di munizioni abbandonate e ispezionate dai nazisti.
Ed invece sono stati presi tutti e portati in una zona, torre Palidoro, di fronte al mare, l’ultima cosa che avrebbero visto, ma Salvo D’Acquisto non l’ha permesso, ha scambiato la sua vita per liberarli, come gesto estremo e simbolo della libertà della comunità.
Una vita per salvarne tante.
A Napoli, si combatteva per strada, tanti giovani come lui sono stati ammazzati e tanti sono stati salvati dal coraggio ad esempio del professor Tarsia o del capitano Stimolo, ma chi meglio di Salvo D’Acquisto ha rappresentato il simbolo della resistenza, del coraggio e del sacrificio.
Ma non ricordiamolo solo come un eroe nazionale, come una statua sulla quale apporre delle corone di fiori, con la fanfara dei carabinieri ad omaggiarlo, ricordiamolo come un ragazzo come noi che ha fatto una scelta estrema, in una situazione estrema in cui la libertà di tanti significava, per lui, più della sua stessa vita.
Il sacrificio della sua vita è presente nella nostra storia tutti i giorni, come simbolo di quei valori che a volte sembrano lontani, anacronistici ma in realtà oggi più che mai ci devono guidare come un faro contro tutte quelle ingiustizie che ogni giorno vediamo perpetrarsi ai danni dei più deboli.
Senza memoria non c’è futuro dice una famosa frase, no , senza memoria non c’è presente.
Senza memoria la storia si ripete , come è successo a distanza di 42 anni alla vita di Giancarlo Siani .
Un giornalista che ha scelto di stare dalla parte degli emarginati, degli ultimi e di mettere a disposizione la sua penna per raccontare la verità.
Anche la sua storia racconta degli anni difficili dell’Italia, non è più la seconda guerra mondiale, ma è una guerra, infatti sono gli anni sanguinosi delle mafie, guerre intestine tra clan che colpivano indistintamente affiliati e gente innocente.
La storia di Giancarlo Siani
Viaggiava avanti e indietro tra la redazione del Mattino di Napoli e Torre Annunziata , negli occhi la semplicità e la speranza di un ragazzo che insegue un sogno, che con le sue parole è capace di smuovere le coscienze, di creare una frattura tra ciò che è la verità e ciò che agisce nell’ombra.
615 tra articoli ed inchieste sui clan camorristici, un giornalista precario che stava tra la gente, in mezzo alla strada e non dietro ad una scrivania.
Parlava di ciò che sapeva, che intuiva tra le parole e i gesti delle persone che osservava durante le giornate passate in quelle zone che erano spaccate dalle guerre dei clan.
23 Settembre 1985
Ci sono voluti anni di inchieste per scoprire chi era il mandante del suo omicidio, avvenuto a causa di un articolo di troppo , parole scomode quelle pronunciate in quel Settembre 1985, e cosi il suo destino fu spezzato la sera del 23.
Il resto è storia, la Mehari il simbolo dei suoi spostamenti, l’editoriale delle inchieste mai più ritrovato, i suoi amici i suoi colleghi rileggono ancora oggi i suoi articoli per acquisire il suo metodo di inchiesta.
Perché rileggere i suoi articoli oggi significa trattare Giancarlo Siani non come un simbolo immobile dell’anticamorra, ma come il promotore presente e attivo di un’idea, quell’idea che era diventata il suo stile di vita, fatta di ricerca, informazione, approfondimento.
Giancarlo non è né un Santo né un eroe, ma solo un giornalista che amava raccontare la vita dei poveri cristi dominati dalla violenza della camorra e da una politica sorda al loro grido di aiuto e di speranza.
Il futuro consapevole si costruisce a partire dalla lettura e dalla conoscenza di tante vittime innocenti delle mafie. I giovani devono sapere.
Il loro ricordo è sempre vivo.
Così come vivo è l’interesse riportato dai tanti giovani mossi dal centro alla periferia che vogliono conoscere la vita e la storia di due giovani che sono diventati un simbolo di orgoglio.
Oggi il loro sacrificio serve a comprendere l’importanza di essere liberi, liberi di esprimere le proprie opinioni, di vivere una vita senza bavaglio.
Il sacrificio di questi due eroi moderni deve essere da esempio alle nuove generazioni dell’importanza dei valori nei quali Salvo e Giancarlo hanno sempre creduto.
Perché vi abbiamo parlato del 23 Settembre?
Per utilizzare le parole della Direttrice Generale di Agenzia Nazionale Giovani , Lucia Abbinante , partecipando alla prima Giornata Nazionale Giovani e Memoria il 31 Ottobre 2022: