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Riscopriamo la nostra identità attraverso la Memoria.
Commemorare i defunti vuol dire ricordare, ossia riportare al cuore e alla mente chi abbiamo amato. In questo podcast si ripercorrono le origini di questo importante giorno, attraverso un percorso alla scoperta delle tradizioni presenti nel mondo.
La commemorazione dei defunti nel mondo cattolico coincide con il 2 novembre, che prende il nome di “Giorno dei Morti”. Si tratta di un’usanza diffusa in tutto il mondo, fra culture e religioni diverse, che fa luce sull’importanza di rendere omaggio ai defunti.
Da Halloween a Día de los Muertos messicano, la commemorazione dei defunti è diventata, nel tempo, un giorno di “festa” ricco di riti e usanze.
Nel corso del tempo, anche in Italia, le cerimonie di commemorazione sono state affiancate da tradizioni e costumi diversi a seconda della regione. L’usanza di commemorare i defunti è radicata nella storia, intervallando culti pagani e riti religiosi.
Nella tradizione celtica essa si celebrava nella notte del 31 ottobre durante il Samhain, cioè il momento dell’anno in cui i morti ritornavano nei luoghi della loro esistenza. I vivi, nella ricerca di un contatto con i propri cari defunti, organizzavano festeggiamenti in loro onore. È noto che la Festa di Halloween, aldilà della valenza laica e della piega materialista che ha assunto ai giorni nostri, ha origine proprio da questa antica tradizione. Dall’incontro fra cultura celtica e i Romani, il Samhain venne associato alla Festa dei morti dell’antica Roma, celebrata anticamente il 9, l’11 e il 13 maggio, durante la quale si esorcizzavano gli spiriti dei defunti. Con la cristianizzazione dell’Impero Romano, molte tradizioni di origine pagana vennero mantenute e affiancate ad un significato cristiano. L’intento era verosimilmente quello di sradicare le usanze materiali e dare un significato spirituale alle celebrazioni.
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