Melka Kanture scoperta in etiopia 2023

Intervista sulla straordinaria scoperta avvenuta in Etiopia

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Intervista sulla straordinaria scoperta avvenuta in Etiopia
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Eccezionale intervista sul ritrovamento di una “officina” di utensili di ossidiana del Pleistocene, avvenuta a Simbiro nel sito archeologico di Melka Kunture in Etiopia.

Tra gli scopritori anche le due docenti del dipartimento di Scienze chimiche e geologiche dell’Università di Cagliari: la vulcanologa Laura Pioli e la geoarcheologa Rita Melis, con cui abbiamo avuto il piacere di parlare nel mentre che si trovava sul campo, aprendoci una finestra su un angolo di Etiopia.

Ospite straordinario durante l’intervista anche l’interessante intervento sull’aspetto archeologico dell’archeologa Margherita Mussi.

La geoarcheologa Rita Melis ci ha mostrato in diretta in videochiamata il luogo:

Analisi archeologica del sito di Melka Kunture in Etiopia

L’archeologia del Pleistocene registra il cambiamento del comportamento e delle capacità dei primi ominidi. Questi cambiamenti comportamentali, ad esempio per quanto riguarda gli utensili in pietra, sono comunemente collegati a vincoli ambientali. È stato sostenuto che, in epoche precedenti, le molteplici attività della vita quotidiana venivano svolte uniformemente nello stesso luogo.

A Simbiro gli ominidi non reagivano ai cambiamenti ambientali, ma stavano sfruttando nuove opportunità e sviluppando nuove tecniche e nuove abilità in base a queste.

Gli scenari generali correlano i cambiamenti nelle specie di ominidi e nella produzione di utensili con grandi cambiamenti nell’aridità e nella variabilità del clima.

Il “livello C” del sito di Simbiro, che fa parte del gruppo di siti di Melka Kunture lungo il fiume Awash superiore in Etiopia, presenta un accumulo di strumenti in ossidiana che permette di capire come gli ominidi del passato abbiano sviluppato nuove capacità.

Melka Kunture si trova a 2.000-2.200 metri sul livello del mare negli altopiani etiopici.

È stato interessato da un’attività vulcanica, le ceneri e le lave hanno permesso di effettuare datazioni radiometriche e paleomagnetiche.

Ritrovamenti in Etiopia

Resti e impronte di ominidi sono stati scoperti durante gli scavi archeologici.

Un materiale di prima qualità era l’ossidiana, poiché gli utensili in pietra realizzati con questo vetro vulcanico hanno bordi taglienti.

Il sito è stato scavato per la prima volta nel 1973-1976 sotto la direzione di J. Chavaillon e O. Oussedik e nuovamente nel 2004.

All’epoca dello scavo, le pubblicazioni erano molto scarse, ma sono stati conservati appunti dettagliati, mappe e immagini mentre le collezioni erano conservate presso il Museo Nazionale di Addis Abeba. Insieme al nuovo lavoro sul campo, questo permette di rivalutare completamente il sito.

L’uso dell’ossidiana

A Melka Kunture, tuttavia, l’uso dell’ossidiana è diverso: qui l’ossidiana è stata utilizzata su larga scala fin dall’Olduvaiano, cioè un complesso industriale di produzione di strumenti di pietra risalente al Paleolitico inferiore, cioè molto prima che altrove.

Le conoscenze e le abilità acquisite nella produzione di scaglie di ossidiana grandi e piccole venivano talvolta utilizzate anche per modellare l’ossidiana, acquisendo la destrezza necessaria per produrre grandi utensili da taglio in ossidiana di forme e dimensioni omogenee, risolvendo in modo creativo i problemi tecnici.

In conclusione

Nel complesso, i primi ominidi non si limitavano a “far fronte” ai cambiamenti ambientali: essi sfruttarono una nuova risorsa.

Hanno risolto in modo creativo problemi tecnologici, come staccare e modellare efficacemente grandi scaglie di vetro vulcanico insolitamente fragile e tagliente.

Il livello C del sito segnala la necessità, quando si parla di evoluzione umana, di affrontare l’emergere di comportamenti e capacità più complessi di quanto comunemente si pensi.

About Giulia Marongiu

Sono una studentessa universitaria del corso di studi Beni culturali indirizzo storico-artistico. Appassionata di arte e cultura.

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